“Possibile che la Rai dia in pasto alla stampa e alla polemica politica un grande nome del giornalismo come Francesco Merlo, salvo poi lasciarlo solo e costringerlo ad andarsene dopo sei mesi?”. Il deputato Pd e segretario della Commissione di Vigilanza, Michele Anzaldi, interviene così a proposito della decisione di Francesco Merlo di lasciare dopo pochi mesi il suo incarico in Rai.
“Una gestione da dilettanti allo sbaraglio. Chi sono i responsabili di un’incapacità del genere che ha danneggiato sia Merlo che la Rai? L’unico ad andarsene è Merlo?”, dice Anzaldi.

“Il problema”, conclude, “è l’ignoranza e la supponenza. Verdelli, dopo aver bocciato immotivatamente il piano news di Gubitosi approvato all’unanimità dalla Vigilanza, non ne sa proporre un altro”.
Sulla vicenda sono poi intervenuti anche i due consiglieri Rai, Franco Siddi e Guelfo Guelfi. “Trovo ben curioso che un collaboratore, un consulente assunto dalla Rai pretenda di dare giudizi e pagelli su consiglieri chiamati ad esprimersi sulle scelte delle società a partire dalle assunzioni”, ha dichiarato Siddi, rispondendo alle parole di Francesco Merlo. ”E’ prepotenza politica l’osservazione fatta da me a suo tempo che un pensionato, in condizioni ben più vantaggiose di tanti italiani, non può essere per la legge (giusta o sbagliata che sia) dipendente di un’azienda pubblica? O per qualcuno come Merlo valgono regole diverse degli altri dipendenti pubblici? E’ prepotenza politica pretendere di avere una collaborazione dorata senza immaginare di essere valutato nel merito dagli amministratori dell’azienda? E’ prepotenza politica l’evidente constatazione dell’incompatibilità etica di un rapporto di consulenza al vertice mentre si continua a fare un’altra attività editoriale altrove? E’ prepotenza politica quindi pretendere di andare in pensione ed essere una sorta di comandante senza doveri verso chi amministra?”, ha detto. “Queste sono le obiezioni di merito e solo di merito poste nel Cda e nelle sedi pubbliche, con trasparenza, quando la questione è entrata nel dibattito pubblico. La decisione privata ora di Merlo non può essere quindi ammessa in alcun modo come la creazione di un nuovo caso da vittima predestinata della politica o di pretesi sabotatori che non ci sono. E’ tempo di stare alla realtà dei fatti come si conviene a tutti, e anche i giornalisti hanno sempre il dovere di stare alla verità sostanziale dei fatti”. “Che un giornalista anche importante decida di non rimanere in Rai”, ha concluso, “non può essere un dramma per il paese. Se si fosse riusciti a parlare nel merito prima non saremmo arrivati a questo”.
“Io faccio parte del Cda della Rai all’interno del quale la candidatura di Francesco Merlo fu proposta ed è noto che il cda chiese approfondimenti e precisazioni”, ha precisato Guelfi, parlando con l’Ansa. ”Merlo è un pensionato, come 4 membri del cda che non ricevono nulla per il loro ruolo. Abbiamo chiesto e non è mai arrivata alcuna risposta, aspettavamo che la cosa fosse formalizzata. Le questioni che in sostanza avevamo sollevato erano: come si faceva a dargli l’incarico e quale il posto preciso in cui si applicava per il suo lavoro. Oggi arriva notizia che si è dimesso, lui la butta in politica ma non c’entra nulla la politica. Rimane la stima per la persona, un valido professionista, ma c’entra il fatto che ci fosse un’anomalia grave di cui volevamo essere edotti”. ”Anche oggi Anzaldi coglie occasione per riversare strali, mi sembra tutto un pò forzato, una volta attacca Merlo, una volta lo difende: non lo capisco quel ragazzo!”, ha aggiunto invece parlando delle dichiarazioni del segretario della commissione di Vigilanza. “Merlo prendeva compenso come quello del direttore generale, ma il direttore generale lo so cosa fa, mentre cosa faceva Merlo io ancora non lo so. Penso sia persona d’onore ed ha fatto bene a fare quello che ha fatto”,ha concluso.