Nel 2016 la penetrazione della Rete è aumentata di 2,8 punti, e l’utenza del web in Italia è arrivata al 73,7%, con un picco del 95,9% se si guarda al caso degli Under 30 e registrando una crescita del 28,4% a partire dal 2007. E’ quanto emerge dal 50/mo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2016, secondo cui la contrazione che tra il 2007 e il 2015 ha interessato i consumi complessivi delle famiglie, ridottisi del 5,7% in termini reali, non ha riguardato le spese per l’acquisto di device tech connessi, con un +41,4% negli investimenti per comprare un pc e +191,6% per lo smartphone, scelto oggi dal 64,8% degli italiani (89,4% dei giovani) per comunicare.

Il 61,3% utilizza la messaggistica di WhatsApp (89,4% dei giovani), mentre sul fronte social, il 56,2% è su Facebook (89,3%) e il 46,8% guarda Youtube, percentuale che sale al 73,9% tra i 14-29enni. Twitter viene invece usato solo dall’11,2% degli italiani, ma dal 24% degli under 30.
Secondo il rapporto, Internet viene usato dagli italiani principalmente per informarsi, guardare film o partite di calcio, prenotare viaggi e vacanze, acquistare beni, per svolgere operazioni bancarie online e per entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche. A quest’ultimo riguardo, secondo l’indagine realizzata per il rapporto ‘Cotec-Chebanca!’, sulla cultura dell’innovazione, “l’identità digitale è al primo posto tra interventi ritenuti fondamentali dagli italiani”, che “pur essendo poco inclini a riconoscere il ruolo del governo e delle amministrazioni pubbliche nella promozione e nel sostegno dell’innovazione”, ritengono che queste “debbano essere al centro dell’azione amministrativa”. Seguono al secondo posto delle richieste la banda ultralarga e il Wi-Fi pubblico (47,3%) e al terzo, la sanità digitale, con i fascicoli sanitari elettronici e le prescrizioni mediche digitali (43,3%).
Per quanto riguarda il rapporto con i media, la televisione continua ad avere un pubblico sostanzialmente coincidente con la totalità della popolazione (il 97,5% degli italiani). I telespettatori complessivi aumentano ancora (+0,8% nell’ultimo anno), soprattutto quelli della tv digitale terrestre (+1,5%) e satellitare (+1%), mentre gli utenti delle diverse forme di tv via internet (la web tv attraverso il pc e la smart tv) si attestano al 24,4% e quelli della mobile tv all’11,2% (erano solo l’1% nel 2007). La crescita cumulata per la tv via internet nel periodo 2007-2016 è pari a +14,4 punti percentuali di utenza.
Tengono anche gli ascolti della radio, con una utenza complessiva pari all’83,9% degli italiani. I quotidiani cartacei, invece, perdono lettori, ridotti al 40,5% degli italiani (-1,4% nell’ultimo anno, -26,5% complessivamente nel periodo 2007-2016), mentre continua ad aumentare l’utenza dei quotidiani online (+1,9% nell’ultimo anno) e degli altri siti web di informazione (+1,3%). Mantengono i propri lettori i settimanali (+1,7%) e i mensili (+3,9%), ma non i libri cartacei (-4,3% nell’ultimo anno, con una quota di lettori diminuiti al 47,1% degli italiani), ancora non compensati dai lettori di e-book (che aumentano dell’1,1% nell’ultimo anno, ma si attestano ancora solo al 10% della popolazione). Si registrano pure piccole oscillazioni al rialzo per la diffusione di e-reader (+0,7%) e tablet (+1,7%).
Sul fronte delle fonti scelte per restare aggiornati, se nel 2011 l’80,9% degli italiani dichiarava di informarsi dai tg, nel 2016 il dato si è ridotto al 63%, con un calo di 17,9 punti percentuali. I giovani tra i 14 e i 29 anni, che gia’ nel 2011 facevano un uso piu’ ridotto dei telegiornali (69,2%), nel 2016 li utilizzano solo nel 45,7% dei casi (con un calo di 23,5 punti in cinque anni). I diplomati e i laureati, che erano i più affezionati utenti dei tg, di punti ne hanno persi addirittura 27,3, passando dall’85,7% al 58,4%. Tra le prime fonti utilizzate per informarsi, dopo il 63% dei telegiornali si colloca Facebook con il 35,5% e i giornali radio con il 24,7%. I quotidiani non superano il 18,8%. Il 19,4% sceglie i motori di ricerca come Google, il 10,8% YouTube e il 2,9% Twitter.