Nella prima riunione dell’era Gentiloni il cda Rai lancia l’allarme sulle prospettive della tv pubblica e chiede all’azionista Tesoro di convocare subito un’assemblea straordinaria per dissipare l’incertezza: non solo sulle conseguenze derivate dall’inserimento dell’azienda tra quelle della pubblica amministrazione, ma anche sulle risorse per il prossimo anno a seguito della riduzione del canone. L’incontro del 14 dicembre è stato anche l’occasione di scoprire le carte sul piano dell’informazione messo a punto dal direttore per l’Offerta informativa Carlo Verdelli, a lungo richiesto dai consiglieri. Più che un piano una proposta, come sottolineato dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, il quale ha assicurato che un quadro definito si avrà solo il 31 gennaio e discenderà dal lavoro collegiale del consiglio. La discussione comincerà nella prossima riunione del 22 dicembre.

“I consiglieri hanno sottolineato l’importanza di un rilancio dell’informazione Rai e del rafforzamento di uno sguardo plurale”, spiega una nota di Viale Mazzini, aggiungendo che “verrà costituito uno specifico gruppo di lavoro proprio sul tema dell’informazione”. Nella bozza, che contiene l’analisi di alcune criticità dell’informazione Rai, c’è lo spostamento del Tg2 a Milano, città che – secondo il documento – esprime rispetto a Roma un punto di vista più europeo e innovativo e garantirebbe una narrazione più laica e sperimentale. C’è anche la nascita di macroregioni: dall’area Nord Ovest (con la Sardegna), a quella Nord Est, fino alle centrali e meridionali. Poi la creazione di una newsroom che comprende Rainews e la Tgr.
A tenere banco, al settimo piano di Viale Mazzini, sono state però le conseguenze delle ultime mosse del passato governo e dell’Istat. Il cda ha espresso preoccupazione per gli impatti, sulle prospettive e sul funzionamento futuro dell’azienda, dei provvedimenti riguardanti l’inclusione della Rai nell’elenco della pubblica amministrazione e l’ulteriore riduzione del canone per il 2017 da 100 a 90 euro. Per questo ha formulato all’unanimità la richiesta di un’assemblea straordinaria al Ministero dell’Economia che possa fornire elementi interpretativi sul quadro normativo, sul contesto e sulla possibilità di realizzazione del piano industriale approvato dal cda nei mesi scorsi in un contesto di risorse sensibilmente diverso. “Se non interverrà alcuna modifica – è stato ribadito durante il consiglio – Rai dovrà attuare nel 2017 un significativo contenimento degli investimenti”. Altro argomento in attesa di definizione è l’estensione o meno del tetto di 240 mila euro agli stipendi di manager e dipendenti, già in vigore, anche ai contratti degli artisti, come quelli dei conduttori. Viale Mazzini è in attesa di un chiarimento da parte del Mef sull’ambito di applicazione della norma contenuta nella legge sull’editoria.