La distinzione dell’informazione dei Tg della Rai non sarà piu’ caratterizzata per la vicinanza ad aree politiche ma al target degli spettatori puntando ad un pluralismo trasversale mentre sotto l’aspetto riorganizzativo la meta a cui si guarda è il progetto delle macroregioni di cui parlo’ per la prima volta nel 1992 uno studio della Fondazione Agnelli.Sono due dei cardini del documento per il rilancio dell’informazione del Servizio pubblico radio-televisivo predisposto da Carlo Verdelli e dal suo staff e presentato ieri al Cda della Rai. E se le anticipazioni sull’ultimo numero di novembre de L’Espresso avevano scatenato una marea di polemiche, la lettura delle 83 pagine (divise in tre documenti) non le hanno sopite e vi anno aggiunto una dose di sconcerto.Per evitare che l’ennesima tempesta si trasformi in uno Tsunami (come emerso dai primi rilievi dei consiglieri Freccero, Diaconale, Siddi e dal primo intervento del presidente, Monica Maggioni), il Direttore Generale, Campo Dall’Orto, ha sottolineato che non si tratta di un piano ma di una proposta e ha ribadito che il progetto di rilancio informativo del Servizio Pubblico verrà fuori dal confronto serrato in Cda. Consiglio che è stato già riconvocato per il 22 dicembre ed è pronto a fare gli straordinari. Le maggiori criticità restano l’accorpamento di Rainews con Tgr, la proposta di trasferire il TG2 a Milano (“città con una precisa identità laica, metropoli moderna e sperimentale”) e gli accorpamenti delle sedi. Su questo punto al di là degli aspetti sindacali (L’Usigrai è pronta alle barricate) sono in molti ad ironizzare, parlando di modello Risorgimento, con il ritorno del Regno Sardo-Piemontese (Torino sede operativa, a coprire Piemonte, Sardegna, Liguria e Valle d’Aosta), il Regno Lombardo-Veneto di asburgica memoria (Milano sede operativa, con Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige), il ducato Tosco-Emiliano (Bologna, con Emilia Romagna,Toscana, Umbria e Marche), il Centro-sud (Roma, con Lazio, Puglia e Molise), e, per finire, il Regno delle due Sicilie (Napoli, con Campania, Sicilia, Basilicata e Calabria). Altra idea, sulla quale montano le proteste in Azienda, è quella del redattore con telecamerina per la copertura territoriale (vedi le polemiche sui ritardi nella copertura di emergenze come il terremoto).
