Nella vicenda Mediaset-Vivendi l’Italia tuteli i suoi interessi sulle reti. Secondo il sottosegretario alle comunicazioni Giacomelli non è solo il governo a dovere dare risposte

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Sulle mosse di Vivendi “il tema non è la difesa dell’italianità di Mediaset” ma gli “interessi strategici del Paese” su “reti e infrastrutture di comunicazione”. Ne è convinto il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che oggi firma su ‘Affari e Finanza’ di ‘Repubblica’ un articolo sulla vicenda.

Antonello Giacomelli, sottosegretario ministero dello Sviluppo economico con delega alle comunicazioni (foto Olycom)

“Non c’è davvero alcun limite – si chiede Giacomelli – al trasferimento a realtà estere di pezzi importanti del sistema industriale e finanziario italiano? Non c’è nessun confine oltre il quale si toccano interessi vitali, l’identità stessa del paese, il suo essere comunità nazionale? Non c’è nessun limite, superato il quale si debba trovare una risposta, non del governo, non di singoli partiti politici, ma del cosiddetto sistema paese?”.

“Per quanto ci riguarda – aggiunge – valgono le parole di Paolo Gentiloni nel suo discorso di insediamento che confermano la linea tenuta nei tre anni precedenti dal premier Renzi. Ma servono risposte anche da soggetti diversi da quelli politici o istituzionali. E le risposte non sono neutre da molti punti di vista”, ha ricordato il sottosegretario.

“La mia opinione”, spiega Giacomelli – ricordando le scelte del governo Renzi di “bloccare un’Opas sulle torri di Raiway” e di “avviare la realizzazione di una rete in fibra di proprietà pubblica in 7.300 comuni su 8mila” – “è che si debba andare addirittura oltre in questa direzione, superando l’errore compiuto dal centrosinistra vent’anni fa di privatizzare la rete Telecom”. E “va considerato il ruolo delle Authority e le prerogative di vigilanza che esercitano”.