“Siate una rivista ponte”, dice Papa Francesco a ‘La Civiltà Cattolica’, “che è spesso sulla mia scrivania”. E invita i giornalisti a “camminare con un’intelligenza inquieta”

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Inquietudine, incompletezza, immaginazione. Sono i tre punti sottolineati da Papa Francesco nel discorso alla comunità de ‘La Civiltà Cattolica‘, in occasione del numero 4 mila della storica rivista dei gesuiti nata 167 anni fa e diretta da padre Antonio Spadaro. Papa Francesco, inoltre, in un chirografo pubblicato sul quindicinale, invita la rivista ad essere “ponte di frontiera e di discernimento”.

Papa Francesco (foto Olycom)

“Senza inquietudine siamo sterili”, ha detto papa Francesco, “camminate con la vostra intelligenza inquieta che le tastiere dei vostri computer traducono in riflessioni utili per costruire un mondo migliore, il Regno di Dio”.

Dio “ci sorprende sempre”, ha proseguito il Papa, per questo “dovete essere scrittori e giornalisti dal pensiero incompleto, cioè aperto e non chiuso e rigido”.

“Chi ha immaginazione”, ha aggiunto il pontefice, “non si irrigidisce, ha il senso dell’umorismo, gode sempre della dolcezza della misericordia e della libertà interiore”.
Preoccupato che la Chiesa recuperi la sua genialità, il Papa ha incoraggiato ‘La Civiltà Cattolica’ a coltivare nella rivista “lo spazio per l’arte, la letteratura, il cinema, il teatro e la musica”.

Concludendo il suo discorso Papa Francesco ha definito ‘La Civiltà Cattolica’ una “rivista unica” e che è “spesso sulla mia scrivania”.