Gli italiani scelgono quale social usare in funzione alle loro necessità e con l’età riducono il numero dei loro account. La ricerca di BlogMeter (INFOGRAFICHE)

Condividi

Smaliziati, divertiti e coinvolti. Sono questi i 3 aggettivi che meglio descrivono l’atteggiamento degli italiani verso i social network. A raccontarlo la survey di BlogMeter, realizzazta intervistando un campione di 1500 italiani, di età compresa tra i 15 e i 64 anni, iscritti ad almeno un social, con l’obiettivo di scoprire perchè gli utenti del nostro paese passano il loro tempo districandosi tra i vari Facebook, Instagram e WhatsApp.

Guardando alle modalità con cui vengono utilizzati i vari canali, i social si possono dividere in due tipologie, tra social di ‘cittadinanza’ e social ‘funzionali’. “Della prima categoria fanno parte quei social che usiamo tutti i giorni, anche più volte al giorno, e più volte a settimana, che in un certo senso definiscono la nostra identità online”, ha spiegato Alberto Stracuzzi, customer intelligence director di BlogMeter, presentando la ricerca a Milano. “Facebook è il maggiore rappresentate: ben l’84% degli intervistati ha dichiarato di utilizzarlo più volte al giorno; gli altri sono YouTube, Instagram e Whatsapp”.

Per social funzionali invece si intendono quei canali che vengono utilizzati per soddisfare un bisogno o un interesse specifico e i principali sono Google Plus, Twitter e Linkedin, che rispettivamente il 40%, il 35% e il 31% degli intervistati afferma di usare saltuariamente. Senza dimenticare TripAdvisor, consultato per scegliere ristoranti o locali. Un diverso approccio che inevitabilmente va a influenzare anche l’atteggiamento e il posizionamento delle aziende sui social. “Stare su un social di cittadinanza è faticoso, con investimenti”, ha spiegato Stracuzzi, “per avere una presenza continuativa, con il rischio anche di essere asfissiante. Al contrario su un social funzionale come TripAdvisor, l’importante è saper rispondere alle domande che un utente può porre connettendosi una volta a settimana”.

A fronte di una fetta del 6-7% che dice di non poter più fare a meno dei social e di un 4% degli intervistati che pensa che sia inevitabile iscriversi, stando alla ricerca gli italiani non hanno remore a disiscriversi da quelli che non apprezzano. Il social più abbandonato in assoluto è Tinder, con ben 3,5 italiani su 10 che hanno dichiarato di essersi iscritti e poi cancellati. Seguono Snapchat, con il 25%, Pinterest e Twitter, con il 10%.

Con il crescere dell’età decresce il numero di social a cui si è iscritti: nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, la media di social e servizi di messaggistica posseduti è superiore a sette, dopo i 45 anni, invece, scende a tre canali.

Instagram e YouTube sono i canali su cui gli utenti più giovane, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, dichiarano di passare più tempo. Al crescere dell’età subentrano poi Facebook (18-24) e, soprattutto dagli over 35 anni in su, anche tv e giornali.

Tra le motivazioni che spingono all’uso dei social, la più gettonata è la curiosità e l’interesse (21%), seguita poi dal desiderio di creazione di relazioni nuove e personali (17%), mentre il 14% afferma di utilizzarli per svago o piacere. Indagando le ragioni che spingono a usare un social piuttosto di un altro, Facebook si conferma il più adatto a rispondere a quasi tutte le esigenze, fatta eccezione forse per le ricerche di lavoro. Dopo Facebook, tra gli altri social media, emerge TripAdvisor per leggere recensioni, YouTube per informarsi, mentre per seguire brand e personaggi celebri gli intervistati preferiscono Instragram.

In ogni caso, canali di comunicazione più tradizionali come la televisione e i magazine continuano a mantenere una forte credibilità anche tra gli utenti del web. Infatti gli intervistati considerano come assolutamente credibili per informarsi tv e stampa, mentre al contrario ritengono poco affidabili Facebook, YouTube e i blog. “Un dato questo che”, ha ribadito Stracuzzi, “messo anche in relazione al tema delle fake news, dimostra come gli utenti se hanno bisogno di credibilità si rivolgono ad altre fonti”. Un errore quindi considerare gli utenti dei social dei “creduloni”. “Il problema non sorge quando una news circola sui social, ma quando a rilanciarla sono le testate ritenute credibili”.

Quando però si tratta di fare compere online, ecco che i canali digitali – tra i siti di ecommerce e quelli che propongono recensioni – tornano ad essere ritenuti attendibili, a discapito di tv e stampa.

Nell’ultima parte della sua ricerca, Blogmeter ha dato anche spazio a celebrities e influencer. Cantanti, giornalisti e scrittori sono i personaggi di cui ci si fida di più, ma i più seguiti restano musicisti e personaggi televisivi (33%), dove spiccano Belen, Vasco Rossi, Gianni Morandi, con sportivi come Valentino Rossi, Buffon e Del Piero. Tra i giornalisti, tra i più popolari via social figurano – per citarne alcuni – Beppe Severgnini, Alberto Angela, Giordano Bruno Guerri e Selvaggia Lucarelli

Dall’analisi, emerge anche che il rapporto con gli influencer è però sfaccettato: se fan-base e credibilità sono aspetti non sempre correlati, età e numero di influencer seguiti sì. I giovani seguono un numero maggiore di personaggi appartenenti a categorie diverse), mentre invecchiando si diventa più selettivi.

Una considerazione finale riguarda poi quelle app o piattaforme – da Spotify, a Meetic, passando per Runtastic – che gli intervistati hanno citato come “altri social utilizzati”.”L’elenco”, ha spiegato in conclusione Stracuzzi, “va ben oltre il perimetro di quelli che gli addetti ai lavori considerano social in senso stretto, dimostrando come per l’utente social sia anche quel tipo di piattaforme o app che favoriscono in qualche modo le relazioni personali o allargano la sfera delle conoscenze”