Mai tanta ingerenza politica in Rai, dice Fazio da Dogliani: inammissibile essere considerato un costo. Campo Dall’Orto: lui un patrimonio della tv pubblica. Entro il 2 giugno policy sul tetto ai compensi degli artisti

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Quaranta mila persone tra il pubblico, 100 ospiti e 800 volontari. Questi i numeri con cui si è chiuso ieri il Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani, che quest’anno ha avuto come tema le frontiere. Tra gli interventi che hanno avuto più risonanza, le parole di Fabio Fazio che, sabato sera, intervistato da Aldo Grasso, ha parlato della situazione in Rai e del rapporto con la classe politica, denunciando “un’ingerenza che”, ha detto “non è mai stata così forte sulla tv pubblica”. “Parlo di gestione dell’azienda, tetto pubblicità, compensi”, ha spiegato il conduttore: “non c’è azienda al mondo che possa reggere sul mercato con qualcuno che da fuori detta regole e mette paletti”.  “Si sta chiedendo alla Rai qualcosa di impossibile, non vorrei essere nei dirigenti di questa azienda. Io che sono tra pochi ad avere il lusso di poter scegliere di andare a lavorare altrove, ho il dovere di dire la verità”.

Fabio Fazio (foto Oycom)

“Per rimanere in Rai c’è un’obbligatoria necessità: che si dica che chi sta in Rai è un valore e non un costo. In una squadra di calcio i calciatori sono un valore. Perché non ci mettono a bilancio? Non quanto costo, ma quanto porto all’azienda”.  “Scusate l’immodestia”, ha proseguito Fazio, “ma devo essere sincero. Dopo tanti di anni di carriera è più difficile trovare un modo di rimanere che di andare via”. “Mi sono chiesto cosa dovrò fare”, ha detto poi segnalando casi di insulti e attacchi personali ricevuti per il suo stipendio. “Non è più sopportabile essere considerato un problema”.
“Il problema minore è la mia sorte, il problema vero è il futuro del servizio pubblico. Si può fare tutto, le opzioni sono diverse, ma bisogna pensare in modo libero e con onestà intellettuale”. “Il teatrino”, ha aggiunto, “è diventato quanto guadagniamo. Se questo è il problema, tolgo immediatamente il disturbo. Ho sopportato qualunque cosa, ora c’è l’esigenza di chiarezza: per rimanere bisogna sentirsi utili”.

Tra i primi a rispondere alle parole di Fazio, il dg Rai Campo Dall’Orto, intervenuto sul palco del Festival. “Quello che ha raccontato Fazio, le minacce che ha subito, è difficile da accettare. Siamo operatori che fanno un mestiere. Ha tutta la mia vicinanza e solidarietà”. “Il rapporto tra missione, regole e risorse è centrale. Questo è legato anche al tema del valore. In una situazione molto complessa non è solo un tema di compensi, ma riguarda la libertà d’impresa. Dobbiamo chiarire: generiamo valore? Io dico di sì. Fabio è patrimonio Rai”.

“Sono arrivato in Rai dopo 22 anni nel privato e non ho esperienza di queste cose. Ho visto modelli tipo fondazioni e trust. Ho avuto il mandato per fare qualcosa di lungo periodo. Soffro quotidianamente per farlo ma continuo a farlo”, ha detto il manager in riferimento alla questione dell’ingerenza politica. “Servono regole chiare e risorse chiare. Il servizio pubblico deve continuare a rappresentare il Paese, a difendere i valori condivisi unendo innovazione e inclusione”.

“Il Consiglio d’Amministrazione della Rai dovrà approvare la policy per il perimetro dei compensi agli artisti entro il 2 giugno, poi chiuderemo i palinsesti”., ha aggiunto poi Campo Dall’Orto, precisando le modalità tecniche con cui verranno stabiliti i compensi degli artisti della tv pubblica. “E’ una pressione temporale molto forte”. “I tempi sono stretti, stiamo lavorando”, ha concluso Dall’Orto.

“Uno scivolone, una caduta di stile, un autogol. Non saprei in che altro modo definire la dichiarazione di Fazio”, ha commentato il segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. Critico anche Gianni Minoli, che in un’intervista su ‘La Stampa’, pubblicata domenica 7 maggio, ha parlato di dichiarazioni “da intoccabile, non più tollerabili”. Secondo il giornalista il tetto agli stipendi “calmiererà anche la concorrenza”. “Con il Paese che va come va, non possiamo permetterci un sistema televisivo tra i più cari d’ Europa”, ha spiegato. “Penso che i compensi siano un ottimo strumento per ri-progettarsi. E’ arrivato il momento per pensare a ri-fondarsi”. “C’è posto per tutti, a patto che chi ha avuto entri nell’ottica di restituire. Come ci si è inventati un Fazio che la Rai ha fatto crescere, ci si inventerà qualcun altro”.

“#Rai, compensi? Coniugare responsabilità etica e valore in una indispensabile linea di sostenibile e equilibrata politica retributiva”, ha scritto il consigliere Rai Franco Siddi su Twitter, aggiungendo – scrive Ansa – che “essere Rai o in Rai non esime dal dovete dell’umiltà e del senso del limite. Star e personaggi in vista inclusi”.

“Fazio è un patrimonio Rai. Certo. Ma lo è grazie alla Rai. E basta buttarla in politica quando si discute di compensi milionari da ripensare”. “Ma se Fazio volesse fare l’Ibrahimovic della TV – continua -, vorrebbe dire che ha cambiato pelle e faccia”.