Rafforzamento della redazione di Milano e del digitale e chiusura della redazione romana, composta da 14 redattori. Queste le principali novità contenute nel piano editoriale che il direttore di Libero, Pietro Senaldi, illustrerà oggi alla redazione. “E’ di vitale importanza per mantenerci sul mercato una ristrutturazione pesante che comporti un’ulteriore ottimizzazione dei costi e una riorganizzazione del lavoro, con ricollocazione di molte professionalità”, si legge nel piano secondo quanto riporta l’agenzia Ansa.
“Obiettivo: la tutela dei posti di lavoro, il cambiamento del prodotto, l’allargamento dell’offerta del network Libero. Il tutto verrà realizzato senza interventi traumatici e senza ricorso agli ammortizzatori sociali”.
Nel piano, continua l’agenzia, si parla di “un cambio di equilibri nel mix offerto ai lettori per aprire maggiormente il giornale ai fatti della vita extrapolitici, convinti che l’interesse dei lettori per il gossip di Palazzo e il teatrino della politica vada scemando. Peraltro è ormai chiaro che la politica si fa fuori dal Palazzo. Addirittura su Internet più che in Transatlantico”.
Nel piano si sottolinea, quindi, che “è necessario rafforzare la redazione milanese, che ha subìto un’emorragia nell’ultimo anno”. “Lo sforzo è imponente e richiede di accorpare tutte le risorse. Pertanto è improrogabile la chiusura della redazione romana, nell’evidente impossibilità di assumere nuove risorse su Milano e seguendo la logica di cambiamento del prodotto e dell’organizzazione sopra illustrata”.
“I redattori scriveranno sul sito nei rispettivi settori di competenza”, si spiega nello specifico. “Sono incoraggiati blog e spazi personali. Il coordinamento dei contributi dei redattori spetta all’ufficio centrale e ai capi settori. Auspicabile, a testa, almeno un pezzo al giorno e uno alla settimana lavorato”. Per quanto riguarda i social si precisa che solo lì “possono essere postati, nei tempi da concordare con la direzione, gli articoli che vengono pubblicati sul cartaceo di Libero. Si tratta di materiale giornalistico professionale di esclusiva proprietà di Libero. Il che significa che la pubblicazione sui social personali dei giornalisti vìola il contratto di esclusiva, visto che consentirebbe a Facebook ecc. di fare soldi sui nostri articoli al posto nostro”.