Al via il Salone del libro. Bray: un bene comune di tutti i cittadini. Lagioia: biglietto da visita all’estero per l’editoria italiana. Franceschini: occorre fare sistema. Chiamparino: un evento così non si improvvisa. Appendino: Torino ha risposto presente

Condividi

“Bisogna uscire dallo schema di una competizione tra i due saloni, quello di Torino e quello di Milano”. A chiederlo è il ministro della cultura Dario Franceschini all’arrivo al Salone del libro di Torino.

“Come si sa – ha aggiunto – ho provato in tutti i modi ad evitare questo. Ora aspettiamo la fine del Salone di Torino e poi vedremo quale soluzione si può trovare per evitare la competizione”.

“Al Salone del libro ci sono venuto da ministro, da visitatore, da scrittore”, ha precisato Franceschini. “Ho visto prenotazioni che indicano successo di pubblico, anche dei giovani e questo è importante”, ha detto ancora il ministro.

 

“Trent’anni non si scordano in un attimo”, ha detto Massimo Bray, presidente della Fondazione del Libro, convinto che il trentesimo Salone del Libro “è un piccolo miracolo della capacità di fare sistema”, “un bene comune di tutti i cittadini”. “Grazie ai cittadini, alle istituzioni e a tutti voi siamo qui oggi”. E ha aggiunto: “vogliamo creare una comunità inclusiva, senza intolleranze. La nostra cultura è fondata sui valori dell’accoglienza”.

“E’ necessario recuperare la capacità di fare sistema”, ha ribadito Dario Franceschini durante il suo intervento, “non possiamo creare competizione in un sistema editoriale che, al contrario, ha bisogno di unione”. E ancora: “l’obiettivo comune deve essere aumentare la platea di lettori del nostro Paese”. Anche “le forze politiche devono collaborare per aumentare gli investimenti in consumi culturali, sempre un bene per l’intera comunità”.

“I veri protagonisti sono le centinaia di migliaia di lettori, sono loro la nostra vera forza. Una storia d’amore eccezionale che rende il Salone del Libro inimitabile”, ha detto Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone del Libro di Torino. “Vedere la fila la fuori è stato bellissimo”. “Il Salone significa tante cose, è uno dei più autorevoli biglietti da visita all’estero per l’editoria italiana. Valorizzarlo vuol dire tutelare l’immagine degli italiani nel mondo. Saranno cinque giorni all’insegna della letteratura, dell’arte e della pace”.

“Torino una risposta l’ha data e forte”. Cosi’ la sindaca di Torino Chiara Appendino: “Torino non è solo la città del libro ma una comunità che ha protetto la propria storia e ha saputo innovare. Una kermesse rinnovata, libri ma non solo, jazz ed economia e altre iniziative”.

“Vivo questa inaugurazione con particolare emozione, perchè vedo dietro a questa 30esima edizione uno scatto di orgoglio di comunità che mi ricorda quello che abbiamo vissuto durante le Olimpiadi”. Ad affermarlo, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. “Un evento come questo, così radicato non può essere certo frutto di improvvisazione, quindi desidero ringraziare Guido Accornero e tutti coloro, da Rolando Picchioni a Ernesto Ferrero a Giovanna Milella, che in questi trent’anni hanno permesso che il Salone crescesse e si consolidasse”. Chiamparino ha poi ringraziato “i Ministeri, le Fondazioni Bancarie e Banca Intesa Sanpaolo, che hanno creduto e sostenuto questo progetto. E un abbraccio particolare a Massimo Bray, Nicola Lagioia, Marco Montalcini, che si sono buttati con convinzione in una scommessa che sembrava ardita”. Per quanto riguarda il futuro, Chiamparino ha detto che “i punti si contano quando le bocce sono ferme, ma se il buon giorno si vede dal mattino penso che questa sara’ una buona giornata”.

“Con 2,5 milioni aggiuntivi finanzieremo le prime 1000 biblioteche scolastiche in rete sul territorio e i vincitori saranno annunciati a giugno”, ha reso noto infine il ministro Valeria Fedeli. “Dobbiamo investire in modo sempre più convinto – ha aggiunto – sulla relazione sinergica tra istruzione e cultura”.

“Bello aggirarsi tra i libri”, ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, “i libri sono fondamentali e qui hanno uno spazio importante”.