Più Europa ma meno austerità tedesca per crescere nel digitale. A Linkontro Graziano Delrio, Jean Paul Fitoussi ed Elio Catania riflettono su come agganciare la ripresa

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Giorgio Greco – La nuova “normalità” richiede agilità per affrontare cambiamenti sempre più rapidi. L’Italia si muove ma ha bisogno di più Europa; per agganciare il treno della ripresa è indispensabile un balzo in avanti nell’innovazione e nell’economia digitale. Sono gli scenari sui quali si gioca gran parte della scommessa di un futuro diverso per il nostro Paese, i temi al centro del dibattito de Linkontro.

Sul primo tema è stato chiaro – aprendo i lavori con l’illustrazione dei dati di una ricerca che segnala l’avvio di una fase di ripresa trainata dalla crescita dell’alimentare (+3,4%) – Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen, sottolineando come la principale caratteristica degli attuali mercati sia uno scenario “mutevole e frenetico” che impone alle imprese di adattarsi alla nuova domanda del consumatore. “Occorre cogliere le opportunità”, ha spiegato “con agilità, conditio sine qua non per continuare a crescere”.

Graziano Delrio

Sul ruolo dell’Europa si sono soffermati il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e l’economista Jean Paul Fitoussi. Il rappresentante del Governo ha auspicato un piano di investimenti sulle grandi infrastrutture e sui grandi hub aeroportuali fuori dai vincoli europei. “Servirebbe per bypassare lo stallo attuale, ma bisogna credere nell’Europa. Noi abbiamo litigato in Europa perchè ci crediamo non perchè volevamo indebolirla”, ha ribadito Delrio. “L’austerità tedesca ha indebolito il progetto dell’Europa oggi, come l’allegria italiana negli anni passati”.

Jean Paul Fitoussi

Per l’economista l’Europa ha un futuro, a patto che sappia rafforzarsi e investire su se stessa. “Le elezioni francesi non bastano”, ha detto, sottolineando come “i nostri Paesi sono ancora troppo deboli, c’è troppa disoccupazione, troppa inflazione e sfiducia nelle classi dirigenti”. Fitoussi ha aggiunto che l’Unione Europea si trova in bilico tra disaffezione dei propri membri e indirizzi politici in contrasto con gli Usa, e ha citato le divergenze in materia di protezionismo, ambiente, energia, immigrazione difesa. “La vittoria di Macron ha rappresentato un momento di respiro e di pausa dal disfattismo comunitario”, ha osservato, invitando a non lasciarsi andare all’ottimismo perchè se oggi si facesse un referendum anche in Francia potrebbero vincere i fautori dell’uscita dall’Europa. “Quella di Macron è l’ultima chance per la sopravvivenza dell’Europa”, ha concluso, spiegando che la sua strategia punta a creare un sistema di forte protezione sociale sul modello dei Paesi Scandinavi, per offrire senso di sicurezza e di inclusione.

Sulle prospettive per il paese si è soffermato il responsabile di Confindustria digitale, Elio Catania, che ha ribadito la fase nuova che si è aperta con Industria 4.0. “Abbiamo finalmente una politica industriale incentrata sull’innovazione e mai sono state messe al centro dell’agenda di governo così tante risorse”, ha detto ribadendo che per rendere davvero competitiva l’Italia servirebbe un identico balzo in avanti da parte dello Stato, “una Pubblica amministrazione 4.0”.

Elio Catania