Noel Curran nominato nuovo direttore generale dell’EBU, l’Unione Europea di Radiodiffusione

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L’irlandese Noel Curran è il nuovo direttore generale di Ebu – l’Unione Europea di Radiodiffusione. Nel suo ruolo, effettivo dal prossimo settembre, succede a Ingrid Deltenre, che, in carica dal 2010 ha deciso di dimettersi quest’anno per concentrare la propria attenzione sulle sue responsabilità in diversi consigli d’amministrazione.

Giornalista d’inchiesta e produttore, Curran in passato ha ricoperto la carica di direttore generale, direttore televisivo e capo-redattore servizi giornalistici presso RTÉ, la Radiotelevisione nazionale irlandese. In particolare, nella funzione di direttore generale, nel 2010, ha ristrutturato RTÉ in seguito alla crisi finanziaria iniziata alla fine del 2008. Con la responsabilità di quattro canali televisivi, nove canali radiofonici e dei maggiori prodotti digitali irlandesi, è riuscito a riportare l’organizzazione all’attivo finanziario, trasformandola in una solida organizzazione di media digitali.

E’ stato anche produttore esecutivo di una serie di eventi televisivi live, tra cui il Eurovision Song Contest del 1997, la diretta delle elezioni generali, alcune serie di intrattenimento dal vivo e dei reportage.

Noel Curran

“Siamo lieti di accogliere Noel Curran quale nuovo Direttore Generale dell’ EBU”, ha dichiarato Jean-Paul Philippot, presidente dell’ EBU. “Ci ha impressionati per i suoi solidi valori di servizio pubblico, la sua esperienza operativa e la sua comprensione dell’ecosistema dei servizi pubblici in un ambiente mediatico in rapido sviluppo”.

“Ora più che mai, esiste una ragione convincente per quello che il servizio pubblico fa, e ciò che i membri dell’Unione Europea di Radiodiffusione fanno, giorno dopo giorno”, ha detto Curran. “L’EBU rappresenta alcune delle migliori organizzazioni al mondo di media, di creatori di contenuti e di giornalisti. La posizione di Direttore Generale rappresenta per me un grande onore e lavorerò con i membri dell’EBU per cogliere ogni opportunità e proseguire con i cambiamenti necessari per garantire il futuro dei media di servizio pubblico”.