Una Spa tutta italiana per Vivendi con l’ambizione di creare un progetto in grado di competere con i colossi statunitensi e cinesi su serie tv, cinema, sport ed eventi. A partire dal calcio. Come scrive il ‘Sole 24 Ore’ Vivendi Italia potrebbe investire sulla serie A provando a ricucire lo strappo con Mediaset dopo il mancato rispetto del contratto su Premium.

“Vogliamo contribuire a rilanciare il cinema italiano, far diventare l’Italia un polo d’attrazione per giovani talenti”, ha sottolineato il ceo di Vivendi e presidente di Telecom, Arnaud de Puyfontaine. “Operiamo in un’industria locale che sta diventando sempre più globale. E per competere coi colossi Usa, e in prospettiva con quelli cinesi, bisogna poter contare sulle economie di scala, creando un network, che permetta di rendere efficienti gli investimenti in contenuti”.
De Puyfontaine, prosegue il ‘Sole’, ha ammesso che c’è un interesse per le prossime aste sui diritti del calcio e che sta “studiando la situazione”. Conscio dei tempi stretti (per i diritti della Serie A la scadenza per la presentazione delle offerte è fissata alle ore 10 di sabato 10 giugno), dice che le “decisioni migliori si prendono sotto pressione” e che se un gruppo che vuole diventare player globale non può permettersi di trascurare alcuna occasione.
“Mi piacerebbe molto tornare a discutere con” Mediaset, ha aggiunto, “ma per il momento non ci sono incontri in agenda. Io comunque resto ottimista sulla possibilità di trovare un accordo”.
Sulla partita dei diritti del calcio, secondo il ‘Sole’, de Puyfontaine potrebbe anche coinvolgere Telecom.
E a proposito di Telecom, l’incontro con l’Agcom per spiegare come Vivendi intende ottemperare alle prescrizioni dell’Authority delle Comunicazioni che ha giudicato contra legem la contemporanea presenza di Vivendi in Telecom e Mediaset con quote superiori al 10% è fissato per settimana prossima. “Ricorreremo al Tar e alla Ue”, ha assicurato de Puyfontaine. Probabile che Vivendi sterilizzerà intanto i diritti di voto eccedenti in Mediaset.
Quello che è certo, ha assicurato de Puyfontaine, è che “siamo investitori di lungo periodo, siamo impegnati a fare investimenti infrastrutturali in Italia e vogliamo far tornare grande Telecom, non siamo il cavallo di Troia di Orange“. “Telecom è un pilastro fondamentale della nostra strategia. Crediamo che la convergenza tra contenuti e distribuzione cambierà radicalmente il nostro business”. De Puyfontaine, che sta cercando casa a Roma, ha già chiesto di incontrare esponenti del Governo, per spiegare quali sono i progetti di Vivendi.