Promozioni e consigli funzionano per far pagare le news online, ma per molti la proposta free è sufficiente. Media Insight Project ha studiato chi e perché è (o non è) disposto a pagare le notizie (INFOGRAFICHE)

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Perché le persone decidono di pagare per leggere le news? E perchè non lo fanno? In un contesto di mercato in cui, tra il crollo delle vendite delle copie stampate e la contrazione degli investimenti pubblicitari, sta diventando sembra più centrale l’apporto degli abbonamenti per il futuro di giornali e siti d’informazione, il Media Insight Project – iniziativa patrocinata dall’American Press Institute e dall’Associated Press-Norc Center for Public Affairs Research – ha cercato di rispondere alle due domande, individuando le principali motivazioni che spingono i lettori a propendere per una decisione o per l’altra.

Stando allo studio, realizzato tra febbraio e marzo di quest’anno e sintetizzato da NiemanLab, sono poche le sorprese sul perchè le persone decidono di pagare per le news. Quattro lettori su 10 dicono di sottoscrivere abbonamenti ad alcune pubblicazioni perchè eccellono nella copertura di tematiche da loro particolarmente apprezzate, a dimostrazione di come gli editori prima di tutto debbano prestare attenzione a produrre contenuti che li differenzino dagli altri e che siano di alta qualità.
Altro motivo per abbonarsi si nasconde nel consiglio dato da amici o famigliari, indicato da 4 su 10. Da non trascurare poi il magico potere delle promozioni, con gli sconti che sono considerata la terza grande motivazione per scegliere di abbonarsi.
(Motivi indicati dalle persone che scelgono di pagare per le news)
Nessuna sorpresa anche dai dati che riguardano le motivazioni per non pagare. Più della metà lo fa perchè le notizie sono comunque a disposizione gratuitamente online. Il 41% perchè non è sufficientemente interessato, e un numero più piccolo (il 24%) perchè ritiene che siano troppo costose. Solo il 15% decide invece di farlo perchè non crede a quello che legge.
(Motivi indicati dalle persone che scelgono di non pagare per le news)
Tra i mezzi scelti dagli editori per trasformare i lettori abituali in abbonati figura, ricorda la ricerca, il paywall. In realtà, stando ai dati, solo il 17% degli utenti paganti lo ha citato come una spinta alla sottoscrizione, mentre una fetta equivalente non lo ha ritenuto tale vista la facilità con cui è possibile aggirarlo. A quanto sembra, dunque, il sistema funziona se combinato con altre proposte, a cominciare dai contenuti di qualità.