Bene la rivoluzione tecnologica nelle banche, ma gli algoritmi non devono schiacciare le persone. Il presidente Abi, Patuelli: più servizi, velocità e qualità, ma con Papa Francesco diciamo no all’economia senza volto. Padoan: il peggio è alle spalle, sistema a punto di svolta

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“Gli algoritmi devono essere guidati dalle persone e non schiacciarle”. Lo ha sottolineato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, nel corso della sua relazione all’assemblea dell’Associazione bancaria italiana (PDF). 

“La rivoluzione tecnologica migliora l’operatività bancaria per i clienti”, ha detto Patuelli, “che, individualmente, possono sempre scegliere di quali servizi avvalersi; permette l’accesso a servizi, come i sistemi di pagamento, a nuovi attori che debbobo sottostare e non eludre le medesime regole autorizzative, di vigilanza e fiscali per la parità concorrenziale; fornisce nuova efficienza nei rapporti con le Pubbliche amministrazioni; pone nuove sfide sia ai mercati, come quelle del trading ad alta velocità, sia per la tutela della sicurezza nella lotta ai crimini informatici”. Per questo motivo, ha aggiunto, “le banche stanno facendo ingenti investimenti per l’innovazione, la sicurezza, la semplificazione dei processi e, quindi, della vita di ciascuno, con priorità quali dematerializzazione, pagamenti in mobilità, integrazione competitiva fra canali”. Una rivoluzione che può portare “più qualità, più velocità e più possibilità di scelta”, ha concluso, “consapevoli che le persone e la cultura sono e saranno determinanti perché spvrastano e sovrasteranno le macchine”. Patuelli ha citato anche Papa Francesco che ha “criticato gli speculatori e l’economia senza volto”, apprezzando, invece, “gli imprenditori onesti”.

Sul fronte della politica e dell’attualità Patuelli ha anche detto di non condividere “la demonizzazione preconcetta dell’Euro: senza la moneta unica in Italia non esisterebbero tassi così bassi da quasi vent’anni”. “E impossibile mandare indietro le lancette della storia rincorrendo anacronistiche nostalgie di una moneta che era debole, instabile, con continui rischi di cambio. Si finirebbe nelle cattive abitudini sudamericane, invece che fra le migliori democrazie occidentali”.

I responsabili delle crisi bancarie devono essere puniti, ma senza creare un clima da “caccia alle streghe”. Ha inoltre affermato il presidente Abi. “Attendiamo gli esiti dei processi – ha sottolineato Patuelli – verso ogni tipologia di esponenti aziendali e verso le possibili connivenze con clienti. Debbono essere tempestivamente accertati e perseguiti tutti i responsabili delle crisi bancarie, senza clima da caccia alle streghe”.

– Leggi o scarica la relazione del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli (PDF)

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenendo all’Assemblea dell’Abi, ha detto: “Possiamo dire che il peggio e’ alle spalle, ma la crisi ha diffuso una forte propensione alla riduzione dei rischi”. “Il sistema bancario e’ a una svolta, puo’ e deve diventare componente fondamentale dell’accelerazione della crescita. Allo stesso tempo deve completare l’aggiustamento all’interno dell’Unione bancaria. Siamo a un punto di svolta che trae origine dalla ripresa economica, senza dimenticare il ruolo cruciale delle riforme”.

Dal palco dell’assemblea annuale dell’Abi ha parlato anche il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. “Con il consolidamento della ripresa le prospettive del settore bancario stanno migliorando, sebbene con gradualita’. Il ritorno dei flussi di nuovi crediti deteriorati su valori fisiologici riduce il costo del rischio di credito. Livelli piu’ elevati di attivita’ economica stimolano la domanda di prestiti e servizi finanziari da parte di imprese e famiglie; nel tempo i margini potranno essere sostenuti dall’aumento dei tassi di interesse”. Cosi’ il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenendo all’Assemblea dell’Abi. “Rimane tuttavia incerto – sottolinea – quanta parte del calo dei ricavi netti delle banche abbia carattere congiunturale e quanta sia invece dovuta a fattori di lunga durata”. “La ripresa dell’economia italiana si e’ rafforzata. I piu’ recenti indicatori congiunturali confermano l’accelerazione dell’attivita’ produttiva. Gli ultimi sondaggi presso famiglie e imprese segnalano nel complesso un consolidamento della fiducia su livelli elevati e il riavvio degli investimenti; le prospettive per le esportazioni e l’occupazione rimangono favorevoli”. Cosi’ il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenendo all’Assemblea dell’Abi. “La maggiore crescita si riflette positivamente sugli andamenti del credito, anche se la domanda di finanziamenti da parte delle imprese resta debole, risentendo dell’ampia disponibilita’ di fondi propri e delle difficolta’ di alcuni settori. La prosecuzione del rafforzamento congiunturale – ha aggiunto – presuppone che continui il miglioramento del ciclo globale, che non aumenti la volatilita’ nei mercati finanziari internazionali e che le condizioni monetarie e creditizie nell’area dell’euro rimangano fortemente espansive. All’inizio di giugno, il Consiglio direttivo della Bce ha ribadito la determinazione a mantenere un grado molto elevato di accomodamento monetario; ha valutato che per assicurare una convergenza durevole dell’inflazione verso l’obiettivo di stabilita’ dei prezzi i tassi ufficiali possano essere lasciati sugli attuali livelli per un periodo di tempo prolungato, ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attivita’ che saranno condotti almeno sino alla fine di quest’anno”. “Ma per cancellare l’eredita’ della crisi economica piu’ grave e profonda nella storia del nostro paese – ha ammonito Visco -, le cui conseguenze sono visibili nei picchi raggiunti dalla disoccupazione, dall’incidenza del debito pubblico sul prodotto e da quella dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti delle banche, serve piu’ di una ripresa congiunturale. In Italia lo sviluppo economico e’ ancora frenato dalle rigidita’ e dalle inefficienze del contesto in cui operano le imprese, dalla debole dinamica della produttivita’. Va proseguito il processo di riforma, che richiede impegno da parte di tutti, lungimiranza e interventi volti a lenire i costi della transizione”.