Su Tim-Vivendi non è giusto parlare di scorrerie e i francesi non sono pirati. Il giurista Cassese: abbiamo voluto l’Ue, non possiamo dire loro di stare fuori
Nella vicenda Tim-Vivendi “secondo me ci si sta rendendo conto che non si può agire ispirati dal nazionalismo”. Lo ha sottolineato il giurista e giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto, a margine di un incontro a Palazzo Marino, un parere sulla possibilità che il Governo eserciti il ‘golden power’.
Cassese, ricorda l’Ansa, ha redatto per Vivendi un parere giuridico di parte nella contesa con lo Stato italiano. “Abbiamo voluto l’Unione europea, abbiamo voluto entrare in questo condominio e adesso non possiamo dire agli altri condomini di stare fuori”, ha aggiunto. “Questo è il punto fondamentale al di là degli aspetti tecnici”.
Domani pomeriggio si riunirà il Comitato di coordinamento per chiudere l’istruttoria. “Non sono in grado di dire se la vicenda si sgonfierà – ha concluso – perché l’Italia è scarsamente prevedibile ma io non credo sia giusto parlare di scorrerie di altri Paesi. Scorrerie vuol dire che ci sono pirati da una parte e ci sono le nazioni civili dall’altra. Noi non possiamo considerare i nostri partner come la Francia, come un pirata”.