Il Dipartimento di Giustizia americano potrebbe bloccare la fusione da 85 miliardi di dollari tra At&t e Time Warner per motivi di antitrust. Lo riporta il ‘Wall Street Journal’, citando alcune fonti secondo le quali le autorità americane stanno trattando con i due colossi. I vertici di At&t hanno ribadito di essere sulla buona strada per perfezionare l’acquisto entro fine anno, ma al momento un accordo per il via libera appare lontano, e le tempistiche per la decisione incerte.
Il deal tra i due colossi dei media punta a combinare l’infrastruttura delle comunicazioni di At&t (incluso il servizio via cavo e il servizio satellitare DirecTv) con il portafoglio di broad media di Time Warner, che ricomprende canali come Cnn, Tbs e Hbo, ma anche gli studios di Warner Bros. Le due compagnie sostengono che l’operazione aiuterebbe i consumatori, rendendo film e tv più convenienti. Di diverso avviso programmatori televisivi, ma anche alcuni rappresentanti dei consumatori, secondo cui dare ad At&t un maggior controllo su contenuti e distribuzione potrebbe portare a prezzi più alti e minori opzioni per gli spettatori.

Durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, Donald Trump si era scagliato contro il deal tra i due colossi dei media e alcuni esponenti del Partito Democratico hanno chiesto di bloccarlo. Tuttavia, per il Dipartimento – che se decidesse di mettersi di traverso, dovrebbe presentare il caso a un giudice federale – potrebbe essere difficile provare a bloccare l’operazione, dal momento che fusioni di tipo verticale (come qquesta , con società che rappresentano differenti anelli della catena di distribuzione) non destano le stesse preoccupazioni di quelle tra diretti competitor.
Il deal tra i due colossi presenta delle analogie con quello del 2011 tra Comcast e NbcUniversal. In quel caso il Dipartimento ha dato il via libera ai tempi dell’amministrazione Obama, ma solo dopo che Comcast ha accettato alcune restrizioni per il futuro. Non è chiaro se At&t ha in mente di vendere alcuni asset per avere il via libera governativo.