“In un grande paese democratico resta fondamentale l’informazione professionale, il mondo dei giornali, delle tv e del web è una parte irrinunciabile e essenziale. Il governo ha fatto cose importanti: non solo la riforma dell’Ordine ma anche ha messo parecchie risorse nel settore dell’editoria. Ma ha ragione Verna quando dice che bisogna fare molto di più”. A dirlo il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, incontrando l’Associazione Stampa Parlamentare nella conferenza stampa di fine anno. “Il di più”, ha specificato, “ha a che fare con la libertà e la tutela della funzione dei giornalisti”. “E la libertà si alimenta di autonomia e stabilità nel rapporto di lavoro, che consenta a chi fa questo mestiere a farlo con la giusta indipendenza”.

Nel corso del suo discorso introduttivo, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, ha rivolto un appello per i “precari del giornalismo” e degli altri settori. Verna ha chiesto un impegno affinché si “metta fine a un sistema basato sullo sfruttamento”. “Troppi giornalisti sono precari, senza diritti e senza garanzie”, ha detto, ribadendo come “gli aiuti a pioggia” dati al settore sono stati importanti e positivi, ma che “nulla è stato chiesto agli editori sul contrasto al lavoro precario”.
“La priorità assoluta è intervenire per riformare l’accesso alla professione, datato 1963, quando era possibile una formazione a bottega, ora non è più così”, ha spiegato Verna, parlando della necessità di intervenire sulla formazione giornalistica come forma di argine al precariato.
Il tema del precariato è rimasto fuori dalla riforma dell’editoria, ha ribadito però il presidente dell’Ordine, lamentando anche la mancata approvazione del ddl sulle querele temerarie e lo stop per il carcere ai giornalisti.
Tra i temi affrontati dal presidente del Consiglio anche quello dei limiti antitrust per le fusioni tra società operanti nel settore delle tlc e dei media. “Può darsi che sia un limite ormai un po’ superato dal contesto globale ma consiglierei, quando ci sono limiti, di discutere a fondo di cosa fare perché il tema delle regole contro le concentrazioni è di un’attualità crescente anche se è diverso da 15 anni fa”, ha spiegato Gentiloni. “Non basta eliminare i limiti della stagione precedente, serve un antitrust più moderno”.