L’abolizione del canone Rai sarebbe una ”partita (presa) di (in) giro”. Lo afferma il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda in un Tweet. “Spero – scrive facendo riferimento ad una indiscrezione riportata oggi da Repubblica – che l’idea di abolire il canone Rai sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia LA proposta del @pdnetwork x campagna elettorale come riportato da @repubblica.

e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro”.
Spero che l’idea di abolire il canone RAI sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia LA proposta del @pdnetwork x campagna elettorale come riportato da @repubblica. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 5 gennaio 2018
La privatizzazione della Rai “aiuterebbe a dare una disciplina finanziaria e a tenere la politica fuori”. Così su Twitter, il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, risponde ad Andrea Romano, deputato del Partito Democratico, che aveva dichiarato: “in epoca di moltiplicazione esponenziale delle piattaforme e dell’offerta televisiva, finalmente con più libertà per l’utente, la ‘privatizzazione della Rai’ non suona come residuo ideologico novecentesco ampiamente superato dalla realtà?”.
“Detto questo – aggiunge Calenda – girerei il tema così: nell’epoca che descrivi il servizio pubblico necessita di un’azienda pubblica o di contenuti di servizio pubblico anche incentivati ma su piattaforme diverse?”.
Non credo. Aiuterebbe a dare una disciplina finanziaria e a tenere la politica fuori. Detto questo girerei il tema così: nell’epoca che descrivi il servizio pubblico necessita di un’azienda pubblica o di contenuti di serv pubblico anche incentivati ma su piattaforme diverse? https://t.co/SmezqiX3Cu
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 5 gennaio 2018