L’effetto dei social media sulla democrazia? Non sempre è stato positivo. Ad affermarlo nientemeno che Facebook. Con un post sul blog ufficiale, il social di Zuckerberg ha fatto mea culpa, ammettendo le sue responsabilità nella campagna presidenziale Usa del 2016, e ribadendo come quello che viene pubblicato sulle sue pagine può influire sulle democrazie.
“Lavoriamo diligentemente per neutralizzare i rischi”, ha assicurato Samidh Chakrabarti, Facebook product manager, civic engagement, ribadendo: “non sono cieco davanti ai danni che internet può fare anche a una democrazia ben funzionante”. Facebook torna ad ammettere, come aveva già fatto Mark Zuckerberg all’inizio di gennaio, di aver sottovalutato nel 2016 il suo ruolo nella diffusione di fake news. “Abbiamo impiegato troppo tempo per capire che dei malintenzionati usavano illegalmente la nostra piattaforma”, ha spiegato Chakrabarti, assicurando che l’azienda “sta lavorando seriamente per neutralizzare questi rischi”.
“Per molti anni”, ha scritto Katie Harbath, global politics and government outreach director di Facebook, la risposta alla domanda sugli effetti dei social sulla democrazia “è sembrata facile” oltre che positiva. Tuttavia “l’ultima campagna presidenziale Usa ha cambiato le cose, con un’interferenza estera che Facebook avrebbe dovuto identificare più velocemente fino all’avvento di fake news ed ‘echo chambers'”.
Queste ultime sono situazioni in cui le informazioni, le idee o le notizie si amplificano grazie alla loro trasmissione e ripetizione in un sistema “chiuso” in cui non trovano spazio punti di vista diversi. Pertanto, prosegue Harbath, “siamo determinati come non mai a combattere le influenze negative e ad assicurarci che la nostra piattaforma sia senza ombra di dubbio una risorsa per il bene democratico”. “Il nostro ruolo è assicuraci che il bene superi le forze che possono compromettere discorsi sani”.
Facebook intanto ha annunciato alcuni importanti cambiamenti che modificheranno la presenza di informazioni sul news feed. Innanzitutto si darà più spazio ai messaggi pubblicati da amici e parenti e meno alle pagine pubblicate da brand e media. E poi verrà data la possibilità di distinguere fra le testate giornalistiche ritenute affidabili e quelle in cui invece si insidiano le fake news.
Il social fondato da Mark Zuckerberg inoltre vorrebbe reinventare il tempo: Facebook, infatti, ha creato una nuova unità di misura temporale, il Flick. Una novità che gli utenti non toccheranno con mano, spiega l’Ansa, ma che è destinata agli sviluppatori per aiutarli a dividere e sincronizzare in modo più preciso i frame dei video, soprattutto in ambienti di realtà virtuale.
Un Flick (frame-tick), spiega l’ingegnere Christopher Horvath sulla piattaforma per sviluppatori GitHub, equivale a 1/705.600.000 di secondo, in pratica la più piccola unità di tempo più grande di un nanosecondo. La sua particolarità è quella di riuscire a suddividere esattamente la velocità dei frame di audio e video e le frequenze di campionamento.
