Gli ultimi giorni in vista delle elezioni sui giornali torinesi

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Carla Piro Mander – La campagna elettorale si avvia al termine e i grandi giornali, che da settimane la seguono si attrezzano per questa ultima fase, consapevoli del peso che l’informazione riveste nella scelta dei cittadini e più che mai della differenza che possono rappresentare, anche alla luce dell’ultima ricerca presentata da Community Media Research secondo cui il 79% delle persone si informa attraverso con “la carta” più che sul web.

A Torino poi, considerata da sempre una sorta di test degli umori nazionali in fatto di politica – e basta pensare alla vittoria del Movimento 5Stelle nel 2016 dopo oltre vent’anni di governi di centro sinistra – l’attenzione alle scelte politiche è altissima e così lo sforzo di individuare le tendenze popolari.
E questa in terra sabauda è una campagna elettorale con un elemento di novità: l’equilibrio editoriale torinese che per anni si è retto sulla presenza di tre testate cartacee con inserti locali- Stampa, Repubblica, Torino Cronaca- è cambiato a fine novembre con l’apertura della redazione locale del Corriere della Sera , un fatto che conseguentemente ha indotto i giornali ad accentuare il proprio profilo e la propria linea e a moltiplicare gli sforzi per cogliere gli spunti di una competizione che moltiplica le spinte ideologiche ed espressive e si frantuma in spicchi diversi di opinione.

Giuseppe Salvaggiulo
Giuseppe Salvaggiulo

Il Corriere della Sera ha scelto di seguire la campagna secondo “una linea minimale e non occupandosi di campagna in senso stretto”, dice a Prima Umberto La Rocca che ne dirige il dorso. “ Riteniamo che la campagna in sé sia qualcosa di molto lontano dalla gente, e in questo caso in particolare, poiché appare povera di contenuti e destinata ad essere poco più che una sorta di megafono . Abbiamo preferito tenere una linea critica ma trasversale e farci un’idea precisa dei problemi per misurarli poi con le proposte e le soluzioni”. Recentemente però Marco Imarisio, una delle firme di punta, e La Rocca stesso hanno pubblicato editoriali di riflessione sulla classe dirigente politica e sulla fallacia dell’equazione fra novità e credibilità in politica . “Un tema che studio da anni”, dice La Rocca ”e al quale ho dedicato anche la mia tesi di laurea, che meritava di essere approfondito, e a Torino poi mi aspetto anche qualche sorpresa. Seguiremo con attenzione, il metodo per noi è quello di indirizzarci sui punti precisi, sui problemi e su quelli ragionare”.

Diego Longhin
Diego Longhin

Completamente diversa, e fedele a se stessa, la linea scelta da Torino Cronaca, una realtà editoriale di successo in città, trasposizione italiana di un tabloid capace di intercettare preoccupazioni diffuse e popolari. “Abbiamo cominciato come sempre dalla gente”, dice il direttore Beppe Fossati, “con un sondaggio fra i lettori sui possibili candidati. Utilizziamo questo approccio tradizionalmente, lo abbiamo fatto anche in altre competizioni regionali e cittadine e anche in questo caso i risultati del nostro sondaggio sono stati confermati dalle candidature reali”. Torino Cronaca non è in edicola il sabato e la domenica ma ha un sito internet ed è ovviamente sempre attivo. “Nell’ultima fase di campagna”, conclude Fossati “pensiamo di dedicare spazio al cosiddetto “non voto”, cioè all’indagine di quanti hanno scelto o sceglieranno coscientemente di non votare, un fatto che merita secondo noi di essere indagato a fondo”.
Sarà Giuseppe Salvaggiulo, a capo del Politico, a coordinare lo sforzo editoriale per La Stampa, tradizionalmente filo governativa e anche in questa fase non particolarmente ostile a chi governa, ma piuttosto incline a illustrarne le scelte. La Busiarda, come la chiamano i torinesi che tuttavia non cominciano giorno senza averla compulsata, ha preferito concentrarsi sul paese piuttosto che sulle persone. Dice Salvaggiulo: “Abbiamo cominciato con una serie di servizi e con il “Viaggio in Italia”, cioè 10 reportage di due pagine ciascuno in luoghi simbolo che rappresentano le contraddizioni del paese: l’alta velocità tra Torino e Milano a confronto con il notturno Reggio Calabria Milano per intenderci, o l’accostamento tra gli spazi di coworking e i camalli di Genova. Stiamo facendo una serie di interviste a intellettuali e scrittori e poi seguiamo il day by day di campagna più che con i leader attraverso situazioni specifiche che rappresentano altrettante situazioni simbolo, come l’Emilia Rossa con Casini o le valli lombarde con le frizioni fra Lega e Forza Italia”. Una task force di circa venti persone seguirà ancora tutta questa fase che si concluderà con la notte dello spoglio, seguita in diretta “con interviste sul web, approfondimenti, e analisi, e il giornale chiuderà ovviamente molto più tardi, il che consentirà di seguire fino all’ultimo momento. Gli ultimi giorni prima del voto li dedicheremo al “come si vota”.
Una linea di osservazione critica distingue invece La Repubblica, in questa fase osservatrice attenta e talvolta leva di grandi rivolgimenti – come nel caso delle dimissioni del capo gabinetto cittadino innescate da una anticipazione della redazione locale- sia nelle pagine nazionali che nella redazione locale, dove sono 4 (Diego Longhin, Paolo Griseri, Sara Strippoli e Maria Chiara Giacosa) le persone che seguono la campagna elettorale e la seguiranno fino allo spoglio della notte fra 4 e 5. il sito di Repubblica, attualmente quello in assoluto più seguito dai lettori del web aggiornerà minuto per minuto sul conteggio e arricchirà con approfondimento e commenti. Da giorni la Repubblica dedica monografie quotidiane alle sfide uninominali collegio per collegio per la Camera e lo stesso farà anche per le sfide uninominali al Senato, concludendo proprio a ridosso del voto.