La Svizzera dice ‘No’ all’abolizione del canone tv. Rsi: voto responsabile

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La Svizzera dice ‘No’ all’abolizione del canone tv. Bocciata l’iniziativa ‘No Billag’, che voleva abolire il canone tv. A dire ‘No’ la netta maggioranza dei cittadini (oltre il 70%) e da tutti i 26 cantoni (in Svizzera, per una modifica costituzionale, sono necessarie entrambe le maggioranze).

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Maurizio Canetta, direttore di Radiotelevisione Svizzera Rsi Foto Ansa/Davide Agosta

Di “voto di responsabilità”, ha parlato Maurizio Canetta, direttore di Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana. “C’è una grande soddisfazione per il risultati. Il popolo svizzero ha detto che vuole un sistema mediatico radiotelevisivo basato su solidarietà tra le regioni e sulla cooperazione in un sistema misto pubblico-privato. E lo ha detto con una partecipazione molto forte al voto. E’ stato un tema molto dibattuto che ha occupato moltissimo anche il popolo dei social media. Vuol dire che c’era forte attenzione e forte volontà di esprimersi sul tema”.

“Riteniamo che la risposta di oggi sia molto chiara – ha proseguito – Grazie a tutte le persone che hanno sostenuto non la RSI o la SSR ma il servizo pubblico”.

Le percentuali del ‘No’ vanno dal 62,7% di Sciaffusa al 78,3% di Neuchâtel. Anche in Ticino i contrari sono stati il 65,5% e nei Grigioni il 77,2%.

Promossa dalla destra elvetica (l’Unione democratica di centro Udc e Partito liberale radicale Plr), ricorda Rainews, “l’iniziativa “No Billag” – dal nome della società che riscuote il canone – giudicava il canone come una tassa che limita la libertà di ogni individuo e la concorrenza sul mercato dei media. Ma tanto il governo di Berna che il parlamento hanno invitato i cittadini a bocciarla poiché lo smantellamento del servizio pubblico radiotelevisivo avrebbe necessariamente danneggiato la qualità e la pluralità dei media in Svizzera, favorendo l’espansione sul mercato di gruppi stranieri”.

In particolare, fa notare Rainews, “la radio-tv della Svizzera italiana e francese ne avrebbero subito le conseguenze. Il Ticino beneficia maggiormente della chiave di ripartizione del canone all’interno della SSR, la televisione svizzera: solo il 4% dei proventi viene raccolto nella Svizzera italiana, che riceve però il 22% del totale. Nel caso di una vittoria di “No Billag”, quindi, la Rsi avrebbe rischiato l’estinzione. Contro l’iniziativa si erano schierate tutte le associazioni italiane in Svizzera, quelle degli svizzeri all’estero oltre al Forum per l’italiano in Svizzera. Attualmente ogni famiglia paga 451 franchi all’anno per il canone di radio e tv. Questo scenderà a 365 franchi a partire dal 1° gennaio 2019″.