Mark Zuckerberg bersagliato di domande per cinque ore, ma attento a non fare scivoloni. Cosi’ media e commentatori sintetizzano la testimonianza del fondatore di Facebook davanti alle commissioni Giustizia e Commercio del Senato.
Malgrado la faccia dura, i legislatori non hanno dato motivo a Zuckerberg di andare in panico, commenta il Los Angeles Times, secondo cui per Facebook inizia una fase di osservazione e scrutinio, ma il Congresso non sembra in grado di imporre modifiche strutturali. Nel corso della lunga audizione il ceo di Facebook ha assorbito le critiche e cercato di evitare momenti imbarazzanti, sottolinea il Wall Street Journal, che pero’ nota come non sia riuscito ad allontanare del tutto lo spettro di nuove regolamentazioni.
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Quasi tutti i media americani sottolineano l’inadeguatezza di molte delle domande dei senatori. Per la CNN, il Congresso non capisce Facebook, e il Senato avrebbe fallito la prova (dell’audizione).
Per Business Insider, la testimonianza di Zuckerberg e’ stata legnosa, e lui ha cercato di restare attaccato alla scaletta di argomentazioni definita internamente in azienda. Tuttavia non avrebbe fatto grossi errori.
Come altre audizioni del genere, e’ stata lunga, lenta e noiosa per la maggior parte, ma almeno Internet era in fibrillazione, commenta la testata tecnologica The Verge. E infatti la Rete si e’ scatenata a commentare la testimonianza con tweet, meme e battute. La maggioranza hanno riguardato “l’ignoranza tecnologica” dei senatori; ma anche l’espressione “rigida, stralunata e un po’ robotica” di Zuckerberg; e poi ancora riferimenti al film The Social Network e MySpace. (AGI)