Musica, per Generazione Z è solo su smartphone e va reinterpretata. Boom di Musical.ly

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Musical.ly è il social più amato dalla Generazione Z. E’ una video community nata in Cina che in soli due anni ha già oltre 200 milioni di utilizzatori nel mondo quasi tutti tra i 12 e i 21 anni.

Musical.ly  permette di postare video in cui i ‘muser’ – prevalentemente ragazze – si esibiscono cantando in playback famosi brani musicali aggiungendo animazioni, emoticons, testi e altre personalizzazioni.

Super!, il canale tv di De Agostini Editore in joint venture con Viacom, ha condotto la ricerca “La musica è cambiata: Musical.ly revolution” dove ha analizzato  il rapporto tra i ragazzi e la musica e in particolare la relazione con le nuove piattaforme usate dai giovani e i nuovi modelli di fruizione.

Il 64% del campione intervistato nella ricerca afferma che Musical.ly ha portato un cambiamento nelle logiche di fruizione della musica e che rappresenta allegria, coinvolgimento entusiasmo e felicità. I muser più amati dai ragazzi risultano essere Jenny De Nucci, Iris Ferrari, Elisa Maino e Luciano Spinelli. Emerge anche come evidenza quanto la musica sia fruita in una dimensione di gioco (il 69% del totale campione rileva questo dato) e come le canzoni siano percepite “più belle” se ascoltate su Musical.ly. Per la maggior parte delle ragazze intervistate, Musical.ly è divertimento, creazione del video senza l’ansia della condivisione, una democrazia del talento ed espressione della creatività. Per i ragazzi è anche un modo per affermare la propria personalità, avere visibilità sulla rete, ricevere approvazione dagli amici.
Il 55% del campione afferma anche che condivide i video sulla piattaforma per divertimento mentre il 39% perché ama ricevere i like.

‘LA MUSICA E’ CAMBIATA. MUSICAL.LY R-EVOLUTION’ 
Rilevazione su 150 bambini e ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 14 anni in tutta Italia. Lo studio quantitativo preceduto da una fase qualitativa, ha analizzato le opinioni della Generazione Z rispetto al cambiamento intervenuto nelle logiche di fruizione della musica con l’avvento di Musical.ly.
Ne parla Henry Jenkins di Cultura Convergente

La musica è cambiata?
Il 60% del nostro campione afferma che Musical.ly ha portato un cambiamento nelle logiche di fruizione della musica: sia nell’utilizzo del cellulare come piattaforma “unica” di ascolto (80% del campione), sia per il fatto che ora la musica più che ascoltarla, la si guarda, la si imita, ma soprattutto la si crea, plasma e reinterpreta sulla base della propria vena creativa (il 60% del campione usa per i video di Musical.ly filtri ed effetti speciali che accelerano o diminuiscono il ritmo, modificano la voce del pezzo originale, …). Il 52% del campione apprezza e usa Musical.ly proprio perché permette di soddisfare il bisogno di modificare il pezzo originale esprimendo la propria creatività (nella scelta dei filtri, nella gestualità specifica, negli effetti speciali, nel look). I ragazzi esprimono verso la musica mediata da Musical.ly un atteggiamento più attivo e meno passivo: la musica su Musical.ly viene scelta oltre che in base a gusti personali anche rispetto ad una valutazione del suo ritmo e/o della sua ballabilità. Si gioca con la musica (un dato rilevato sul 69% del totale campione) dunque! E in questo modo il pezzo diventa “più bello” se lo si ascolta su Musical.ly, diventa “anche un po’ tuo”.

Cosa rappresenta Musical.ly per la Generazione Z?
E’ una modalità per esprimere la propria creatività, ma anche le proprie emozioni: per il 64% è ALLEGRIA e COINVOLGIMENTO, ENTUSIASMO E FELICITA’ (44%). E’ anche un modo per esprimere la propria tristezza o per sfogarsi quando si è arrabbiati. La creatività e l’esercizio (“bisogna ripetere i gesti tante volte così poi il video viene meglio”) si configurano come delle risorse naturali che i ragazzi mettono in campo per divertirsi attraverso l’utilizzo della App. Per le ragazze Musical.ly è divertimento, creazione di video senza l’ansia della condivisione, democrazia del talento ed espressione della creatività.
Per i ragazzi è anche un modo per affermare la propria personalità, avere visibilità sulla rete, ricevere approvazione dagli amici. Imitare scene di film famosi rende i maschi più sicuri nell’utilizzo dello strumento, mentre le ragazze tendono un po’ di più a imitare i Musers famosi (il 69% riproduce i tormentoni del momento eseguiti dalle Musers/ dai Musers di riferimento).

Condivisione
Se la ricerca evidenzia che il 55% del campione condivide i video su Musical.ly essenzialmente per divertirsi, è anche vero che il 39% condivide perché ama ricevere i like. E se i like non arrivano? La Generazione Z attesta una buona capacità di resilienza: il 48% se non riceve like “ci resta male, ma ci riprova” (solo il 6% risponde di provare tristezza abbandonando Musical.ly). I ragazzi affermano che condividono i video per mostrare i loro “miglioramenti” e la propria bravura nell’apprendere gestualità e trucchi (le inquadrature di effetto, gli effetti speciali, …), e il 39% del campione (dato più forte tra i bambini nella fascia 8-10 anni) vorrebbe diventare popolare come i Musers più famosi del web!

 Jenni De Nucci
Jenni De Nucci

I Musers per loro
Il 43% del campione dichiara di avere uno o più Musers famosi come “modello” (per lo stile, per il look, per la gestualità, per la vena creativa, per la simpatia …). Tra i nomi più popolari spiccano Iris Ferrari, Jenni De Nucci, Elisa Maino e tanti altri, tutti nel cuore dei ragazzi per la loro capacità di interpretare i bisogni esibitivi del target (l’essere divertente come Jenni De Nucci, precisa nella gestualità come Elisa Maino o rassicurante come Iris Ferrari). Nella lista non mancano i ragazzi, come Marco Celucci e Luciano Spinelli molto citati dal nostro campione, anche se emerge da parte degli intervistati maschi una certa ritrosia a dichiarare l’utilizzo della App, percepita come una “piattaforma” un po’ più femminile (il ballo, il mettersi in mostra, …).

Esistono rischi per il nostro campione?
Tendenzialmente i rischi sono tutti attribuiti alla condivisione sul web, che può essere “pericolosa” per il 77% del campione, un dato leggermente più marcato tra gli over 11anni che sono maggiormente sensibilizzati al tema del cyberbullismo ampiamente dibattuto in ambito scolastico. Come detto un “rischio” può essere quello di pubblicare un video che poi non riceve abbastanza commenti positivi o like, ma nel complesso tale rischio è percepito come una necessaria componente valutativa del loro operato, e per questo si allenano ad effettuare video sempre più belli e studiati nei minimi particolari. La critica (quando non distruttiva) è percepita come uno stimolo per migliorarsi (per il 39% dichiara che “cerca di capire cosa non è piaciuto e ci riprova”).

E i genitori in tutto questo?
La famiglia non sembra preoccupata. Oltre alla condivisione attraverso un canale “privato” (Whatsapp) con l’entourage familiare al gran completo (genitori, nonni, zii, …) effettuata dal target under 12 anni, un ragazzo su tre è seguito da un fratello minore nell’utilizzo di Musical.ly e i genitori fan dei propri figli sono pari a quanti, a vario titolo, sono più titubanti. I genitori per il 58% sono d’accordo con riserva (“sono d’accordo ma ci raccomandano alcune regole”) e una parte sono anche collaborativi (il 19% dichiara che uno dei due genitori li aiuta a fare i video). Dunque è in questo senso che si può parlare di una “R-EVOLUTION” operata da Musical.ly tra i ragazzi under 14: Musical.ly si configura come un media 2.0 in cui è il pubblico a diventare il contenuto. “È il regno della conversazione: si vuole commentare, valutare, raccomandare. I valori-chiave sono le storie individuali, le esperienze, l’implicazione o il coinvolgimento. Che li si chiami grassroots media, citizen media, contenuti auto-prodotti, media partecipativi, essi sono sempre frutto di un vettore bidirezionale che implica uno scambio continuo tra chi produce un messaggio e chi lo riceve e rielabora” (Grassroots Media E Nuove Narrazioni: Quando L’utente E’ Influente – Piergiorgio Degli Esposti)  “Se gettassimo via il potere del broadcasting avremmo solo frammentazione culturale. Il potere della partecipazione non ha origine dalla distruzione della cultura commerciale, ma dalla sua riscrittura, dalla sua correzione ed espansione, dall’aggiungervi una varietà di prospettive, poi dal rimetterla in circolo diffondendola attraverso i media mainstream ”

Henry Jenkins, Cultura Convergente