Vivendi: in Tim serve una visione a lungo termine. Elliott mira a smantellare il gruppo

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“Telecom Italia è un asset strategico italiano che ha bisogno di un management team forte, un chiaro piano strategico di lungo termine e che ha bisogno di essere guidato da un azionista di riferimento impegnato a concentrarsi sull’implementazione”. Lo afferma Vivendi in una nota in cui difende il suo operato in Tim, di cui è primo azionista con il 23,94% del capitale.

“Vivendi ha investito 4 miliardi di euro e ha portato una visione di lungo periodo, un approccio industriale e un piano strategico”, spiega il gruppo francese, che ribadisce di avere “un interesse diretto nel successo industriale e finanziario dell’azienda” e i suoi interessi “sono allineati a quelli della stragrande maggioranza degli azionisti di Telecom Italia”, rivendicando di agire “nell’interesse dell’intera società”. “In qualità di azienda globale di successo nel settore dei media, dei contenuti e delle comunicazione, Vivendi offre a pieno titolo una prospettiva di lungo termine, oltre a preziose conoscenze industriali e un accesso a potenziali partner strategici” sostiene il gruppo francese. “Si tratta di un modello di governance diverso” da quello della public company anglosassone composta “da un’ampia proprietà istituzionale finanziaria” che, a detta di “molti importanti investitori internazionali”, incoraggerebbe “un approccio eccessivamente di breve termine, e investimenti persistentemente inadeguati con conseguenze dannose sui rendimenti di lungo periodo”. In qualità di socio di riferimento di Tim, “Vivendi può offrire stabilità e competenza, permettendo allo stesso tempo ad altri azionisti di investire e di partecipare nella futura ripresa dell’azienda”.

La società francese l’occasione anche per attaccare le mosse e le dichiarazioni del fondo Elliott. “Afferma di sostenere la strategia di Amos Genish ma in realtà vuole imporre un nuovo, differente corso focalizzato sullo smantellamento del Gruppo”, dicono, rincarando poi: “Elliott afferma di sostenere il piano e il management di Telecom Italia. Tuttavia non spiega come quel piano possa essere implementato con un Cda diviso”. “Elliott non spiega neppure come intende imporre una nuova strategia ad Amos Genish e al suo team senza il supporto del principale azionista della società”.
Difficile quindi “anche credere al supporto di Elliott al piano industriale Digitim con in aggiunta una lista di altre proposte, molte delle quali sono state già prese in considerazione e respinte come impraticabili o potenzialmente dannose per la stabilità finanziaria della società in un momento cruciale. Per fare un esempio, basta citare quei paesi dove la separazione della rete è stata un fallimento”.

“Telecom Italia ha registrato basse performance in modo cronico, con una storia fatta di investimenti insufficienti e gestione inadeguata”, mentre “sotto la guida del Presidente Arnaud de Puyfontaine (nominato a giugno del 2017) e del Direttore Generale Amos Genish (nominato a settembre del 2017)” il gruppo “ha registrato risultati record nel quarto trimestre del 2017, segno della crescente fiducia nella società e nel management”, ribadisce Vivendi.

I francesi si dicono consapevoli del fatto che “per il Governo italiano e per le autorità di controllo sia fondamentale assicurarsi che Telecom Italia sia ben gestita e in grado di svolgere il suo ruolo di colonna portante dell’intero sistema delle telecomunicazioni italiano”.

Forse, è la premessa, in passato, Vivendi “ha sottovalutato alcune specificità dell’Italia. Tuttavia, l’attuale management sta lavorando attivamente per sviluppare relazioni più approfondite con gli stakeholders e questo lavoro sta iniziando a dare i primi frutti”, con “un nuovo slancio, che ora rischia di essere messo a repentaglio”.

Sembra, a Vivendi, che “Elliott preferisca un’Italia di vecchio stampo a un’Italia del futuro”. Nella nota la società francese spiega anche di essere “in grado di preservare l’italianità della società con una governance e una rappresentanza italiana, totale trasparenza e responsabilità”.