A distanza di una settimana dalle audizioni di Mark Zuckerberg al Congresso Usa, Facebook pubblica un lungo post – a firma di David Baser, product management director del social network – in cui spiega come raccoglie dati, anche quando un utente non è collegato o iscritto alla piattaforma. L’intento è di rispondere a quelle domande che sono rimaste senza risposta alle audizioni, come quella che riguarda proprio la profilazione da parte di Facebook di persone che non sono utenti del social network.

“Quando visiti un sito o un’applicazione che utilizza i nostri servizi, noi riceviamo informazioni anche se non hai eseguito il login o non sei iscritto a Facebook. Questo avviene perché le applicazioni e i siti non sanno chi stia usando la nostra piattaforma”, spiega il manager.
“Twitter, Pinterest e Linkedin hanno tasti ‘mi piace’ e ‘condividi’ simili ai nostri, mentre Google ha un servizio di analytics molto popolare”, scrive Baser, chiamando in causa altre societa tech, e definendo la pratica come “comune” nel settore.
“Inoltre, Amazon, Google e Twitter offrono i nostri stessi strumenti per il login. Queste stesse aziende, come tante altre, offrono anche servizi pubblicitari”. Insomma, conclude il manager, “molti siti e app mandano le stesse informazioni a molteplici società tutte le volte che le visitate”.