Marina Berlusconi: Bolloré come Attila; con Vivendi avanti cause; possibili trattative con Tim

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“L’unica cosa che sta andando avanti con Vivendi sono le cause”. Lo ha affermato la presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, a proposito dei contatti tra Mediaset e Vivendi per la risoluzione del contenzioso.




Marina Berlusconi

“I contatti che c’erano tra legali si sono interrotti ormai da tempo – ha detto a margine dell’assemblea di Mondadori, di cui e’ presidente – speriamo che, come e’ giusto che sia, venga riconosciuto il nostro diritto di essere risarciti per il danno che ci hanno creato con un clamoroso voltafaccia su un accordo vincolante”.

Nella vicenda Tim Vincent Bollore’ “si è comportato con la delicatezza e la compostezza di un Attila”, ha detto la manager. “Sulla contesa in atto per il controllo di Tim “non abbiamo un auspicio” circa il nome del vincitore, ha aggiunto Berlusconi, che allo stesso modo rifiuta di commentare la notizia del fermo di Bollore‘ (“non conosco la vicenda, non voglio fare commenti”). “Quello che posso dire – aggiunge – e’ che il signor Bollore non si e’ smentito neppure nel modo in cui si e’ comportato anche in Tim. Ha usato la delicatezza e la compostezza di un Attila, soltanto che Attila un impero enorme era riuscito a crearlo. Di loro abbiamo visto tutti molto bene toccando con mano l’arroganza e la spregiudicatezza, anche perche’ non fanno nulla per nasconderle. Quello che nascondono molto bene e’ il pensiero strategico che sta dietro i loro comportamenti, e lo fanno talmente bene che viene persino da chiedersi se esiste davvero”.




L’accordo tra Mediaset e Sky “e’ un accordo commerciale, non in esclusiva, quindi e’ possibile che ci siano delle trattative anche con Tim per la vendita di alcuni contenuti”.

Interpellata dall’Ansa, subito dopo l’assemblea della casa editrice, Marina Berlusconi, ha parlato del mercato dei libri. “Sappiamo perfettamente di lavorare in un settore complicato, dove gli esami non finiscono mai”, ha evidenziato. “Ma certo i risultati 2017 del Gruppo Mondadori sono molto positivi”. Per prima cosa, la presidente ha analizzato i risultati del bilancio 2017, appena approvato dagli azionisti: “Tutte le aree di business hanno chiuso in attivo” ha rilevato. “L’ebitda, a perimetro omogeneo, è salito per il quarto esercizio consecutivo; l’utile netto è cresciuto da 22,5 a 30,4 milioni, rispetto ad un passivo di 185,4 nel 2013. L’indebitamento invece è calato da 264 a 190 milioni, era di 363 milioni a fine 2013. E tutto questo nonostante importanti investimenti come Rizzoli Libri e Banzai, per oltre 150 milioni complessivi”.

Forte di questi risultati, la Mondadori guarda alla crescita, e punta sull’area libri. “Quasi la metà del nostro fatturato arriva dai periodici, un settore molto, molto difficile, in cui va costantemente verificata la coerenza del portafoglio con obiettivi e andamenti di mercato, nonostante i risultati dell’esercizio scorso siano stati buoni”, ha detto. “Ma è chiaro che i libri hanno un ruolo sempre più centrale, e rappresentano ormai una parte largamente maggioritaria dei nostri margini. E per i libri il 2017 è stato davvero “una splendida annata”, dal punto di vista sia economico sia della qualità editoriale. E anche il 2018 è partito bene”.




Sempre all’Ansa la manager ha confermato le intenzioni di Mondadori di essere aperta a possibili acquisizioni nell’area libri. “Abbiamo cominciato a guardarci attorno: nell’education sia in Italia che all’estero, nel trade essenzialmente all’estero, per i limiti posti dall’Antitrust. Limiti che rispettiamo ma non condividiamo”, ha detto Berlusconi. “Perché è nell’interesse dell’intero Paese avere una casa editrice dalle dimensioni sufficienti per confrontarsi innanzitutto con un monopolio vero come quello di Amazon. Invece noi siamo grandi in un mercato angusto: nel confronto internazionale la Mondadori resta troppo piccola”. Guardando al digitale, Berlusconi ha affermato: “Siamo molto soddisfatti dell’acquisizione di Banzai”. “E se capitasse qualche buona opportunità la guarderemo con estrema attenzione. Senza però fare follie e senza nasconderci che, in editoria, attendersi miracoli dal digitale sarebbe un grave errore”.