Santoro si candida per il Cda Rai: trasparenza e spazio a produttori indipendenti

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Michele Santoro rilancia il sasso nello stagno e corre per il rinnovo del Cda di Viale Mazzini: “manderò il mio curriculum alla Camera e al Senato per candidarmi al Consiglio di amministrazione della Rai”, ha annunciato durante la conferenza stampa per la presentazione di “M”, la docufiction dedicata alla tragedia di Aldo Moro. Quasi una provocazione, da parte del giornalista, per vedere il grado di interesse per l’indipendenza e la trasparenza nel servizio pubblico.

Miche Santoro

“M” andrà in onda da giovedì 10 per quattro puntate, alle 21:05 su RaiTre e, nel corso della docufiction, ha annunciato Santoro, saranno fatte delle “rivelazioni” tratte dai documenti della Commissione parlamentare d’inchiesta.

Già nel 2012 il giornalista si autocandidò per la direzione generale, insieme a Carlo Freccero (poi consigliere di riferimento del M5s). A giugno il Cda avrà finito il suo mandato e dal 30 aprile sono partite le procedure per il rinnovo. Questa volta Santoro ci riprova “senza alcuna speranza che mi scelgano, ma almeno li costringerò a scegliere una persona diversa da me, che magari condividerà la mia idea”, ha spiegato, illustrando i due punti chiave del programma: “di qualunque cosa sia prodotta dal servizio pubblico si deve sapere tutto, dal costo della fiction a quello dello spot, ogni spesa da mettere in bilancio”.

Secondo punto: “il 40 per cento delle produzioni del servizio pubblico sia affidato ai produttori indipendenti, perché entrino idee nuove e si dia possibilità ai giovani che non hanno mezzi”, rispetto al monopolio dei grandi gruppi che dominano il mercato audiovisivo. “Se romperò le scatole – ovvero per evitare conflitti di interesse in caso di nomina – non lavorerò con la Rai per un po’”, assicura.

Santoro spera che presentando il curriculum almeno si sollevi l’attenzione, e per questo ha in mente subito dopo di “organizzare una grande assemblea dei produttori indipendenti”. Una messa alla prova, evidentemente, delle forze politiche che dicono di puntare sull’innovazione, la trasparenza e i giovani. Certo un ritorno al voto a luglio o a settembre congela il rinnovo stesso del Cda, non essendoci un governo.

Registrate le quattro puntate di “M” al centro produzione Rai di Torino (di cui è entusiasta), Santoro va avanti con la “sperimentazione”, qual è appunto “M”: un racconto che dal rapimento (il 16 marzo 1978) e l’uccisione dello statista il 9 maggio, arriva all’oggi con i documenti prodotti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta da Beppe Fioroni nella scorsa legislatura e il cui risultati sono stati presentati ora alla Procura di Roma.

Certo “M” è stato programmato in coda ai tanti documentari sullo statista (martedì 8 su RaiUno la fiction con Castellitto) sullo statista e il giornalista si sente stretto nel poco spazio dedicato anche agli spot. Nel programma un “Capitano G” (interpretato da Alessandro Haber), investigatore di razza, farà delle rivelazioni. Tra riprese e opinionisti in studio degli attori interpreteranno alcuni protagonisti dell’epoca (Andreotti, Berlinguer, Buscetta e Licio Gelli); a far parlare Bettino Craxi è il figlio Bobo, socialista come il leader che lavorò per una trattativa con i rapitori delle Br.