Facebook, anche in Italia i test di affidabilità delle testate. Fnsi: bene se smaschera fake news

Condividi

Al via da oggi in Italia il test con cui Facebook chiederà agli utenti di valutare la conoscenza e l’affidabilità delle testate giornalistiche. Il sondaggio è attivo negli Stati Uniti dallo scorso gennaio “come parte dello sforzo continuo per assicurarsi che le notizie che le persone vedono su Facebook siano di alta qualità e per dare priorità, nel NewsFeed, alle notizie affidabili, informative e locali”, ha spiegato il social, definendo l’esperimento come “un’analisi preliminare per valutare la possibilità di portare in Italia questo cambiamento nel flusso delle notizie”.

mark zuckerberg facebook
Mark Zuckerberg, founder e ceo di Facebook (Foto Ansa/Ernesto Arias)

Il sondaggio è composto di due domande: ‘Conosci questo sito?’ e ‘Quanto lo ritieni affidabile?’ e, oltre che in Italia, sarà esteso agli utenti di Regno Unito, Germania, Francia Spagna, Brasile, India e Indonesia.

“Questo particolare aggiornamento è focalizzato sul dare più visibilità alle notizie provenienti da fonti attendibili, ovvero fonti che sono ritenute affidabili da una molteplicità di persone nella community, quindi anche da coloro che non le seguono direttamente “, ha ribadito il social network precisando che al momento i risultati del sondaggio non stanno ancora influenzando la composizione del News Feed in Italia.

Commentando la notizia con l’Ansa, il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso ha detto: “Bisogna capire a quali siti si riferisce questo sondaggio. Se si tratta di siti d’informazione prodotti da redazioni di giornalisti, questi devono essere attendibili per definizione perché i giornalisti hanno l’obbligo della verità. E’ loro dovere. Se il sondaggio si estende a realtà che si spacciano per siti d’informazione e si cerca quindi di smascherare chi diffonde fake news o notizie gonfiate allora ben venga”.

Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi (Foto Ansa/Fabio Frustaci)

“Sulle redazioni giornalistiche temo che la domanda sia retorica perché chi deve fare informazione è tenuto a dire la verità, mentre di siti che spacciano notizie false ce ne sono tanti”, ha aggiunto Lorusso. “E’ chiaro che c’è sfiducia dei lettori nei confronti dei media, ma il problema è che molto spesso la diffusione di notizie false da parte di chi non fa informazione e la spaccia per tale contribuisce a trascinare verso il basso tutti, anche chi rispetta i contratti di lavoro”.