“Rcs è un’azienda importante e di grande prestigio. Oggi è gestita da un imprenditore capace e quindi non
abbiamo nessun tipo di fretta” di uscire dal capitale “né dal punto di vista economico, perché 1,2 euro è il valore di libro, né come ammontare dell’investimento, perché sono pochi milioni di euro”. Così Alberto Nagel, ad di Mediobanca, in conference call con le agenzie di stampa. “Abbiamo più interesse ad accompagnare Urbano Cairo in questo percorso, che è solo all’inizio dell’opera. Altro lavoro e altri risultati sicuramente arriveranno”, ha aggiunto.

Su Bolloré. Mediobanca, ha spiegato Nagel, non ha avuto segnali di una eventuale uscita di Vincent Bolloré dal patto di sindacato dell’istituto. “Su Bolloré non abbiamo avuto comunicazioni di uscita dal patto”, ha spiegato. “Noi siamo pronti su entrambi gli scenari e entrambi gli scenari ci trovano preparati”, ha aggiunto riferendosi sia all’ipotesi che l’accordo sindacato prosegua almeno fino al 2019 e sia rispetto a uno scioglimento anticipato.
“Questo è lo status quo che ha consentito alla banca nella più totale autonomia e indipendenza di svilupparsi e dare i risultati”, ha aggiunto l’ad. “Il totale di investitori istituzionali in Mediobanca ha raggiunto una quota del 45% ed era la metà solo qualche anno fa. Il percorso della banca è stato accompagnato da un forte interesse degli investitori istituzionali e anche in uno scenario in cui non vi fosse il patto e vi fosse un azionariato diffuso siamo già preparati da tempo”.
All’ultimo rinnovo del patto di sindacato di Mediobanca l’anno scorso è stato previsto che l’accordo abbia termine ultimo alla fine del 2019, ricorda l’Ansa. Già entro la fine di settembre di quest’anno ci sarà però una finestra per le disdette con effetto a fine 2018 e se ci saranno uscite il patto andrà al rinnovo solo se i partecipanti rimasti avranno almeno il 25% del capitale.
Sul piano. In Mediobanca, ha fatto sapere inoltre Nagel, “siamo avanti di un anno” rispetto ai target del piano. “Quasi tutti gli obiettivi del terzo anno sono stati già raggiunti e in parte anche battuti”. “Dobbiamo mantenere questo tipo di traiettoria nei prossimi 12-18 mesi. Questo tipo di andamento economico e patrimoniale autorizza una più interessante politica di remunerazione degli azionisti”.
Avendo dato quella guidance” di un pay-out al 40-50% e visto che anche “il quarto trimestre sarà interessante come andamento”, ha spiegato Nagel “è legittimo attendersi un miglioramento del dividendo nella fascia alta della forchetta”.
Nessuna contrapposizione soci italiani-esteri. “Confermiamo intenzione di Mediobanca di cedere 3% entro piano. L’ad di Mediobanca Alberto Nagel conferma l’intenzione dell’istituto di scendere dal 13 al 10% di Generali nell’arco di piano e afferma di non condividere le letture su una contrapposizione nel capitale della compagnia tra soci italiani e soci esteri, visto che nella società c’è “una giusta tensione del management e di tutti gli azionisti perché aumenti la redditività e si sviluppi”. “Non condivido la contrapposizione tra italiani ed esteri”, afferma. “Confermiamo il nostro obiettivo di scendere al 10% nel limite temporale che ci siamo dati”, spiega in particolare Nagel sull’obiettivo di cedere il 3% di Generali.