Diritti tv, Marotta: situazione caotica, ma non per colpa della Lega di Serie A

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“E’ una situazione caotica ma non per colpa della Lega, c’era un bando chiaro ed esplicito”. Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno, ha commentato così la situazione legata ai diritti tv per il prossimo triennio.

L’ad della Juventus, Giuseppe Marotta (Foto ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

“E’ in atto un contenzioso, vediamo come andranno a finire questi ricorsi”, ha detto il manager bianconero.
“Aspettiamo i pronunciamenti dei giudici, poi valuteremo al nostro interno come procedere”, ha aggiunto Marotta, rilevando come ci siano dei ritardi rispetto agli anni passati. “Le società devono avere delle certezze di ricavi per impostare il proprio budget”, ha concluso.

Gaetano Miccichè (foto Ansa/Alessandro Di Meo)

Sullo stesso tema nel corso della giornata si è espresso anche Gaetano Miccichè, da poche settimane eletto alla presidenza della Lega di Serie A.  “E’ stato fatto un bando, che si è aggiudicato questo intermediario spagnolo, Mediapro, che deve  rispettare ciò che contrattualmente è previsto”, ha detto Miccichè parlando ai microfoni de ‘La Politica nel  Pallone’ su Gr Parlamento.  “E’ più semplice di quanto non appaia. C’è un venditore di diritti che è la Lega un compratore che è Mediapro e un contratto e bisogna rispettarlo”.

Parlando del suo arrivo alla guida della Serie a ha detto: “Sono state settimane belle e complicate. Sono arrivato con due situazioni ancora in divenire, la prima è appunto l’assegnazione dei diritti tv, con bandi che sono stati  realizzati ben prima del mio arrivo, e il secondo è quello della  governance”.

“Ho sempre pensato che le aziende si gestiscono quando c’è una  governance chiara, con la definizione puntuale delle responsabilità di ogni attore. Ci vogliono scelte rapide e trasparenti”, ha sottolineato ancora.

“Il calcio italiano ha un potenziale straordinario e dobbiamo fare in modo che venga valorizzata non solo la gara da 90  minuti ma anche la straordinarietà delle nostre città, dei nostri musei, delle nostre chiese, non dobbiamo attirare alle partite solo il tifoso tradizionale ma coinvolgere le persone che amano visitare le
meraviglie che le città italiane offrono”, ha concluso Miccichè.