Il vescovo di Lugano su chiusura Gdp: alternative? Non pagare gli stipendi

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Sopravvivere senza pagare gli stipendi oppure chiudere subito permettendo il subentrare di altre forme di tutele. Questa l’alternativa sulla base della quale l’editore del Giornale del Popolo, il vescovo di Lugano Valerio Lazzeri, spiega di aver preso la decisione di fermare le rotative del quotidiano cattolico della Svizzera italiana.

Come ribadisce in un’intervista al sito de La Regione, dopo la nota diffusa ieri dal sito della Diocesi, il fallimento della concessionaria Publicitas, non avrebbe lasciato altra via d’uscita: “l’agenzia aveva promesso di garantire quasi la metà del budget del giornale. Il suo fallimento ci ha lasciati senza la necessaria liquidità per portare avanti un lavoro che giornalmente richiede una disponibilità molto importante di fondi. Ho dovuto scegliere: fare andare avanti il lavoro nell’impossibilità di dare lo stipendio il mese prossimo oppure chiudere adesso e fare in modo che dal mese prossimo per i lavoratori possano subentrare altre tutele”.

Il vescovo spiega di aver valutato anche un’eventuale iniezione di liquidità per coprire un buco che la direttrice Alessandra Zumthor quantifica in 400mila franchi, mentre l’editore preferisce non dare cifre. Ma ritiene che non servirebbe: “anche se ci fosse un’importante immissione di capitale tireremmo avanti qualche mese, ma poi ci troveremmo nella stessa situazione. Il problema è quello di un cambiamento di epoca, che rende il giornale cartaceo un prodotto delicato e difficilmente sostenibile”. “Quante volte – ricorda – la Diocesi ha immesso capitali ben più consistenti di 400mila franchi per salvare il giornale”.

Questa mattina, nell’editoriale intitolato “La decisione più difficile”, sull’ultimo numero in edicola pubblicato con tutte le altre pagine bianche, il vescovo ha ripetuto che “sono allo studio modalità per esprimere concretamente la nostra solidarietà con tutti coloro che rimangono senza impiego, ma sono ben cosciente che una simile ferita non sarà facile da rimarginare”.

E aggiunge: “abbiamo bisogno un po’ di tempo per riflettere insieme sul futuro. Le idee non mancano per altri canali di comunicazione, su cui offrire ciò che finora è passato attraverso le pagine di questo giornale. È prematuro esprimersi in proposito”, conclude, “ma ci metteremo all’opera per cercare nuove strade”.

Mentre un trafiletto della direttrice annuncia il lancio di una raccolta fondi per il Giornale del Popolo nella “speranza che questo non sia un addio ma un arrivederci”.

Una raccolta fondi per il Giornale del Popolo è stata lanciata anche dall’associazione Amici della Rsi.