Soddisfazione per la decisione Agcom sulla separazione della rete. Preoccupazione per il calo delle tariffe di accesso all’ingrosso alla rete Tim. Netco sarò player dominante per i prossimi dieci anni. Ecco le parole dell’ad di Tim Amos Genish, intervenuto all’incontro per la relazione annuale dell’Organo di vigilanza a commento della decisione adottata ieri dell’Autorità.

Separazione rete. “Accogliamo con grande soddisfazione la decisione dell’Agcom di considerare ammissibile la nostra proposta di separazione legale della rete”.
Preoccupazione per il calo delle tariffe. “Allo stesso tempo siamo preoccupati del costante calo annuale dei prezzi di accesso all’ingrosso”. Prezzi che, sottolinea Genish, “a noi sembra non sempre tengano conto del costo effettivo e della sostenibilità della Netco”.
Incontro con il nuovo ministro. “Certamente conto di incontrare presto il nuovo ministro e di iniziare un dialogo sul settore delle Tlc e sull’evoluzione di Tim in questo mercato”. Genish si dice “sicuro che avremo un dialogo molto produttivo come abbiamo avuto con il precedente governo”. Ci sono, conclude, “molti importanti argomenti da discutere”.
Lancio Netco a inizio 2019. “Penso che la decisione dell’Agcom di ieri sia una pietra miliare, importante per noi per raggiungere la scadenza di perfezionare il processo entro la fine dell’anno e lanciare la Netco a inizio gennaio”.
Il quadro regolatorio. “Evidente che l’Agcom è stata soddisfatta della documentazione che gli abbiamo sottoposto”. “Ora il punto centrale è l’evoluzione del quadro regolatorio: Netco non è infatti una iniziativa unilaterale, richiede che tutti facciano la propria parte. Serve un modello per la definizione dei prezzi all’ingrosso”.
Il processo di separazione legale. “Il primo passo, il più importante è quello della separazione legale che non è così facile come potrebbe sembrare. La società deve fare un grosso sforzo per una reale separazione poiché coinvolge tante persone e tante risorse”.
Player dominante. “Netco è ancora il player dominante nell’infrastruttura in Italia e lo sarà, con tutto il rispetto per i nostri competitori, per i prossimi 8-10 anni”. Per questo, conclude, “dobbiamo garantire che questa compagnia abbia le risorse per sviluppare la fibra dove è necessario”.