Prima assemblea dell’Upa da presidente di Publicis Group Italia per Emanuele Saffirio. Il manager, incaricato di portare avanti nel nostro Paese il grande processo di trasformazione avviato globalmente dalla più grande multinazionale francese della pubblicità, è entusiasta dei premi raccolti a Cannes (tredici riconoscimenti per Publicis con tre diverse campagne per Diesel). Grazie all’iniziativa dei clienti e delle case di produzione i ‘leoni’ sono arrivati pure nel 2018, non penalizzando il gruppo per la scelta dei vertici di non iscrivere direttamente alla manifestazione alcun progetto. “E’ vero, si potrebbe perfino dire che l’assenza abbia portato bene – ha commentato ironicamente Saffirio – ma per fortuna è stata l’ultima volta; il nostro ceo Artour Sadoun ha detto che il periodo di rinuncia agli eventi e a questo tipo di appuntamenti è terminato”.

Saffirio ha sottolineato come i premi vinti a Cannes siano pure la naturale espressione della forza e della autorevolezza creativa che il gruppo ha conquistato da anni in Italia, con Publicis e Leo Burnett capaci di diventare hub internazionali per tanti clienti.
La scelta di Sadoun, annunciata lo scorso anno proprio sulla Croisette, era pure stata dettata dall’esigenza di concentrare attenzione e investimenti sull’avvio di Marcel, la nuova piattaforma che mette tecnologicamente in relazione le persone del gruppo ad ogni latitudine, mettendo a fattor comune banche dati, esperienze, tool, che è stata presentato alcune settimane fa a Parigi. “Siamo coinvolti anche in Italia con alcune delle nostre persone nella fase di test globale già decollata” ha raccontato Saffirio. Che ha annunciato anche un’altra importante novità. Per adesso suddiviso in due sedi a Milano, con Publicis Media nella zona sud e la ‘communication’ in quella nord, entro il 2020 Publicis Group Italia “allineerà tutte le proprie forze in una sola sede, all’insegna di una convergenza anche fisica”, rendendo ancora più efficace e plastica la formula del ‘Power of One’ fatta propria dal gruppo. “I clienti scelgono come propri consulenti chi li accompagna e li aiuta in questa fase di grande e delicata trasformazione, aprono le porte – ha continuato Saffirio – a chi mette bene e davvero assieme creatività, dati e tecnologie e risolve i loro problemi”.
Non è però ancora decisa la collocazione precisa di tutta la famiglia di strutture a Milano. “Stiamo cercando – spiega Saffirio – la soluzione giusta. Lavorare nella stessa casa, la prossimità fisica e non solo quella virtuale, condividere anche gli uffici, la mensa e i corridoi, facilità i processi e contribuisce ad accelerare l’integrazione della nostra offerta di servizio. Lo stiamo sperimentando già adesso, avendo appena trasferito nella sede dell’area Communication anche Sapient, il nostro braccio tecnologico e digitale”. Anche in Italia, inoltre, ha ricordato Saffirio, nascerà molto presto Spine, la unit globale che riunisce data analist e data scientist.
Havas ha il ‘village’ al centro di Milano vicino via Torino, Wpp ha battezzato il ‘campus’ (in costruzione nella zona di Porta Genova), la casa di Publicis non ha ancora un nome tipico, ma nascerà molto presto. “Li hanno presi tutti gli altri, saremo costretti a chiamarlo ‘il capanno’” scherza Emanuele Saffirio, spiegando che per adesso viene rubricato in azienda come ‘all in one’, il progetto che conta di mettere assieme le circa 1200 persone che lavorano attualmente per il gruppo nelle varie agenzie del capoluogo lombardo.