Anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil a sostegno della direttiva Ue sul diritto d’autore in discussione oggi al Parlamento europeo.
“La Uil – si legge in una nota del segretario generale Carmelo Barbagallo – è al fianco dei lavoratori della cultura e dell’industria creativa nella battaglia a sostegno della Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale”.

“Il provvedimento – spiega-, che introduce forme di maggiore equità e tutela per gli autori e i lavoratori delle cosiddette industrie culturali dovrà essere votato dal Parlamento europeo il prossimo 5 luglio. Anche in questo settore, c’è un grande squilibrio a favore di potenti piattaforme multinazionali, i cui ricavi sono enormi, e a danno dei lavoratori i cui compensi non sono adeguati alla loro capacità e al loro livello professionale”.
“L’auspicio, dunque, è che la Direttiva sia approvata e che trovi applicazione nel più breve tempo possibile. Il valore del lavoro va rispettato e garantito, sempre, – prosegue Barbagallo – anche in un comparto in cui si esprime come diritto d’autore e che rappresenta un’eccellenza in Italia e in Europa”.
La Cgil auspica un voto favorevole dell’Europarlamento sulla direttiva: “auspichiamo un voto favorevole del Parlamento Europeo sulla proposta di Direttiva sul Diritto d’Autore nel Mercato Unico Digitale, volta a colmare il ‘Value Gap’ tra autori e artisti e chi vuol continuare a fare ingenti profitti svalutando il loro lavoro”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale alla vigilia della votazione del Pe sulla direttiva UE sul Copyright.
“La dirompente innovazione tecnologica in atto in questi anni – spiega la nota – sta producendo un vero e proprio cambio di paradigma nel mercato del lavoro, e se non opportunamente governata rischia di bruciare in poco tempo professionalità e occupazione, favorendo una polarizzazione tra chi ha accesso ad un’alta formazione e chi no”. “L’unico settore che non dovrebbe risentire di questi cambiamenti – prosegue – è proprio quello dell’industria culturale, ma in questi anni, paradossalmente, è aumentato proprio il divario economico fra gli autori e gli artisti e chi utilizza a scopo commerciale il frutto del loro lavoro”.
Per la Cgil “appare dunque irrinunciabile iniziare a spostare l’ago della bilancia in favore di chi produce i contenuti, attraverso una direttiva che ponga le basi per una serie di norme volte al riequilibrio dei guadagni e al superamento di un Value Gap davvero consistente”.
“Siamo al fianco dei lavoratori della creatività e dell’intrattenimento, settore che – si sottolinea nella nota – nel nostro Paese ha un valore economico e sociale importante sia per volume d’affari che per numero di occupati. Lavoratori che soffrono più di altri della mancanza di una normativa equa e precisa che valorizzi il loro apporto all’arricchimento culturale complessivo di una società sempre più tecnologica”.
“Auspichiamo pertanto un voto favorevole – conclude la Cgil – non influenzato da interessi di parte, ma improntato a quei criteri di giustizia e dignità del lavoro che il Sindacato da sempre propugna e difende”.
“Ci auguriamo un voto favorevole sulla proposta di direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, che sarà votata oggi dal Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria”. Così il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ed il segretario generale della Fistel Cisl Vito Vitale.
“La Cisl e la Fistel Cisl sostengono con convinzione la battaglia per il riconoscimento del diritto degli autori ad una giusta remunerazione”, sottolineano, osservando che “se correttamente ripartiti con chi ne detiene legalmente i diritti, questi proventi possono invece contribuire a creare più occupazione e ricchezza, a sostenere il welfare di categorie artistiche scarsamente tutelate, contribuendo alla produzione culturale e salvaguardando la libertà di espressione degli autori”.
“La proposta di direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale vuole colmare proprio questa disparità tra i creatori di contenuti e quanti – motori di ricerca, aggregatori di contenuti, social network, servizio cloud pubblico e privato – vogliono fare profitti senza riconoscere il giusto compenso al loro lavoro”, concludono.