Copyright: l’Europarlamento rinvia la riforma. Revisione del testo a settembre

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La Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo ha votato contro l’avvio dei negoziati fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva per la riforma del copyright. Il testo tornerà a essere esaminato e votato dalla prossima sessione plenaria del Pe a settembre.

Al momento del voto, il Parlamento si è spaccato in due. A favore della direttiva si sono espressi 278 eurodeputati, mentre i no sono stati 318 e 31 gli astenuti.

Europarlamento (foto Ansa – EPA/FRED MARVAUX)

“Mi dispiace che la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato. Ma ciò fa parte del processo democratico”. A commentare così l’esito della votazione è stato il tedesco Axel Voss (Ppe), relatore del provvedimento. “Torneremo sul tema a settembre con una ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d’autore per il moderno ambiente digitale”, ha concluso.

Su Twitter ha detto invece la sua il vicepresidente al mercato unico digitale della Commissione Ue Andrus Ansip. “Ora finiamola con gli slogan delle lobby e cominciamo a cercare soluzioni”, ha cinguettato dopo il voto. “Non dobbiamo accettare nessun compromesso che metta in pericolo la libertà d’espressione o i link” ma allo stesso tempo, ha sottolineato, “non dobbiamo accettare di lasciare senza protezione artisti e media di qualità”.

“Farò il massimo per sostenere il Parlamento europeo a trovare un compromesso lungo le linee degli scopi iniziali della riforma” sul copyright, ha assicurato Ansip, ora che la posizione dell’Aula è riaperta a emendamenti prima di poter cominciare le discussioni con il Consiglio, che quindi slittano a dopo settembre. Tre gli obiettivi che dovranno essere mantenuti, avverte il vicepresidente della Commissione Ue all’origine della proposta di riforma presentata nel 2016. Primo, “un’equa remunerazione degli artisti e sostegno al settore culturale”. Secondo, “salvaguardia di libero dibatto online e creazione”. Terzo, “spazio d’innovazione per l’economia digitale”.


Nei giorni, in attesa del voto, la direttiva era stata al centro di diverse polemiche, che avevano avuto per protagonisti politici e non solo, dal vice premier Luigi Di Maio, fino a varie associazioni di settore, passando per le piattaforme online come Wikipedia, con alcune edizioni locali dell’enciclopedia online – prima tra tutte la versione italiana – che per protesta hanno deciso di oscurare le proprie pagine.

“Il Parlamento europeo deciderà liberamente la sua posizione in merito alla legge europea sul copyright con l’obiettivo di proteggere l’interesse di tutti i cittadini”, aveva cinguettato stamattina il presidente dell’Europarlamento Tajani, ribadendo la necessita, oltre che di non interferire con il lavoro dell’istituzione, di non “diffondere informazioni false e demagogiche”.