Mondiali 2018: spettatori a +18% sul 2014 (con partite divise tra Rai e Sky). Per la finale 4 milioni di contenuti social

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Spenti i riflettori sul mondiale di Russia, è tempo di calcoli, bilanci e confronti. In Publicis Media Italy, la unit research & business intelligence e la practice content, hanno analizzato i dati televisivi e social della manifestazione in tutto il periodo di svolgimento, con particolare riferimento al match conclusivo che ha visto protagoniste Francia e Croazia.

Nel complesso, spiega la ricerca, il bacino televisivo dal 14 giugno al 15 luglio, ha superato i 9 milioni, evidenziando però un calo del -4% rispetto al 2014. In confronto all’omologo periodo del 2017 il bacino televisivo appare in crescita del +9%.

(elaborazioni Publicis Media su dati Crimson Hexagon)

Mediaset ha trasmesso in chiaro tutte le sessantaquattro partite, di cui 23 su Canale 5, 35 su Italia1 e 8 su Canale 20, mentre su Mediaset Extra sono state trasmessi tutti i match con la possibilità di seguire il commento in lingua originale e quello ironico della Gialappa’s Band nei match di prime time, quella inaugurale e le finali.
Complessivamente tutte le partite hanno totalizzato complessivamente 297 milioni di contatti lordi, in crescita del 18% rispetto ai Mondiali 2014 che però – ricorda l’analisi – erano interamente visibili ai soli abbonati Sky, con Rai1 e Rai Sport limitati a 25 match, compresi i 3 che hanno visto protagonista la nazionale italiana. Per quanto riguarda il profilo dei telespettatori, il confronto tra i due Mondiali è avvenuto considerando per il 2014 gli ascolti delle sole emittenti generaliste. La mancata presenza della nazionale italiana al mondiale russo – come già rilevato da Publicis nel report di inizio mese – ha conseguentemente coinvolto un’audience più maschile, escludendo parte del pubblico femminile che avrebbe tifato solo la nostra nazionale, e ha avvicinato le fasce d’età più giovani (20/34 anni).

Passando alla finale, che è stata seguita in diretta da 12,1 milioni di spettatori, l’orario di programmazione, con inizio alle ore 17, ha sicuramente influito negativamente sugli ascolti che rispetto al 2014, con la finale in onda alle ore 20, mostrano un calo del -27%. In termini di share Francia – Croazia ha raggiunto il 69.2%, quasi 2 punti in più rispetto a Germania – Argentina del 2014. Nel confronto tra ascolti di Canale 5 nel 2018 e ascolti di Rai 1 nel 2014, la finale ha perso il 15% ma ha totalizzato oltre 11 punti in più di share, risultando il match più seguito dell’intera rassegna.

Confrontando le partite trasmesse in prime time dalle due reti ammiraglie, Rai 1 e Canale 5, il secondo, nonostante il bacino in calo, ha avuto una media per ciascuna partita di 8.5 milioni di appassionati e del 41% di share, superando dell’8% l’audience del rivale nel 2014. Nonostante la finale non fosse in prime time, Canale5 ha potuto beneficiare, oltre alla fascia di picco televisivo 20-22, di una quota maggiore di match a eliminazione diretta (8 su 12 contro i 7 su 17 di Rai1), oltretutto spesso caratterizzati da partite avvincenti e terminate solo dopo i supplementari.

( elaborazioni Publicis Media su dati Auditel; Individui e Ospiti, AMR, Tweet)

Passando al versante social, l’analisi – con i dati forniti dalla piattaforma Crimson Hexagon – ha preso in considerazione i principali hashtag legati all’evento e le keyword maggiormente utilizzate nei giorni precedenti alla finale su Twitter e Instagram a livello internazionale. In particolare nella giornata del 15 luglio sono stati rilevati oltre 4 milioni di contenuti legati alla finale.

Confrontando la curva di ascolto televisivo della finale con la pubblicazione di commenti e tweet, l’analisi mostra una partecipazione social attiva prevalentemente nella prima parte della partita, a risultato incerto. Tra il break del primo tempo e il terzo gol della Francia si è ridotto l’interesse degli utenti, facendo poi diminuire il numero delle conversazioni anche durante il momento della premiazione. Più partecipe lo spettatore televisivo, con un calo registrato alla terza rete francese. Il secondo tempo della partita riesce a conquistare nuovamente l’attenzione fino al fischio finale.

(elaborazioni Publicis Media su dati Crimson Hexagon)

L’analisi si è focalizzata anche sulla provenienza e la distribuzione geografica dei post. Al primo posto, con una finale tutta europea, il vecchio continente da cui si è originato il 43% dei commenti (le conversazioni italiane rappresentano il 2% del totale); al secondo posto l’America con il 27%. Seguono poi Asia (19%), Africa (10%) e Oceania (1%). Restringendo l’analisi al territorio nazionale emerge come – vista la storica rivalità con la Francia e la partecipazione di più giocatori croati al campionato di calcio Italiano – circa il 22% del totale dei commenti sia schierato apertamente contro i transalpini.