Antitrust Ue, 4,3 miliardi di multa a Google per Android. Replica Pichai: abbiamo creato più scelta per tutti, faremo appello

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Multa record per Google dall’Antitrust Ue, la più alta mai comminata. Big G dovrà pagare 4,3 miliardi per aver imposto dal 2011 “restrizioni illegali” ai produttori di apparecchi Android (che fa funzionare oltre l’80% degli smartphone a livello mondiale) e operatori di telefonia mobile per consolidare la sua posizione dominante nel campo della ricerca web.Google ha 90 giorni di tempo per mettere fine alle pratiche anticoncorrenziali,e, se non si adeguerà, rischia di pagare una penale del 5% del fatturato di Alphabet, la casa madre.

Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza (Foto Ansa – EPA/OLIVIER HOSLET)

“Il nostro caso riguarda tre tipi di restrizioni che Google ha imposto ai produttori di apparecchi Android e operatori di rete per assicurarsi che il loro traffico andasse verso il motore di ricerca di Google”, ha detto la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager. “In questo modo, Google ha usato Android come veicolo per consolidare il dominio del suo motore di ricerca. Pratiche che hanno negato ai rivali la possibilità di innovare e competere sui meriti. E hanno negato ai consumatori europei i benefici di una concorrenza efficace nella importante sfera mobile. Questo è illegale per le regole dell’antitrust Ue”.

In particolare, Bruxelles contesta a Google tre cose. La prima: ha chiesto ai produttori di device Android di pre-installare l’app di Google Search e il browser Chrome come condizione per fornire la licenza dell’app store di Google, cioè Play Store. Secondo: ha pagato alcuni grandi produttori e operatori di rete a condizione che pre-installassero l’app di Google Search. Terzo: ha impedito ai produttori che volevano pre-installare le app di Google di vendere smartphone che avessero versioni alternative di Android non approvate da Google.

Non è la prima sanzione che Big G riceve dalle autorità del Vecchio Continente. L’anno scorso infatti le venne inflitta una multa di 2,4 miliardi di euro per aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi Google Shopping a scapito degli altri competitor.

Immediato il primo commento dal colosso di Mountain View. “Android ha creato più scelta per tutti, non meno: un ecosistema fiorente, innovazione rapida e prezzi più bassi sono le caratteristiche classiche di una forte concorrenza”, ha detto un portavoce della società, annunciando la decisione di fare “appello contro la decisione della Commissione”.

Poco più tardi è arrivata un’articolata risposta di Sundar Pichai, ceo di Google

Android ha creato più scelta, non meno

Se acquistate un telefono Android state scegliendo una delle due piattaforme mobile più popolari al mondo, quella che ha ampliato la scelta dei telefoni a disposizione in tutto il mondo.

Oggi, la Commissione Europea ha adottato una decisione in materia di concorrenza contro Android e il suo modello di business. Una decisione che non tiene in considerazione il fatto che i telefoni Android siano in concorrenza con i telefoni iOS, cosa che è stata confermata dall’89% di coloro che hanno risposto all’indagine di mercato condotta dalla stessa Commissione. Inoltre non riconosce quanta scelta Android sia in grado di offrire alle migliaia di produttori di telefoni e operatori di reti mobili che realizzano e vendono dispositivi Android; ai milioni di sviluppatori di app di tutto il mondo che hanno costruito il proprio business con Android; e ai miliardi di consumatori che ora possono permettersi di acquistare e utilizzare dispositivi Android all’avanguardia.

Oggi, grazie ad Android, ci sono più di 24.000 dispositivi, di ogni fascia di prezzo e di oltre 1.300 diversi marchi: produttori olandesi, finlandesi, francesi, tedeschi, ungheresi, italiani, lettoni,polacchi, rumeni, spagnoli e svedesi.

I telefoni realizzati da queste aziende sono tutti diversi fra loro, accomunati però dalla possibilità di eseguire le stesse applicazioni. Questo è possibile grazie a semplici regole che garantiscono la compatibilità tecnica, indipendentemente dalla misura o dalla forma del dispositivo. E nessun produttore di telefoni è obbligato ad aderire nemmeno a queste regole: possono utilizzare e modificare Android nel modo che preferiscono, come ha fatto Amazon con i suoi tablet e TV stick della serie Fire.

Le piattaforme open source funzionano bene solo bilanciando faticosamente le esigenze di tutti coloro che le usano. La storia dimostra che, senza regole chiare sulla compatibilità di base, le piattaforme open source sono a rischio frammentazione, cosa che danneggia gli sviluppatori, gli utenti e i produttori di telefoni. Le regole per la compatibilità di Android evitano che questo succeda e aiutano a renderlo una soluzione interessante nel lungo termine per chiunque.

Creare flessibilità, possibilità di scelta e opportunità

Oggi, grazie ad Android, un tipico telefono può avere circa 40 app preinstallate, app di diversi sviluppatori e non solo dell’azienda da cui l’avete comprato. Se preferite altre app rispetto a quelle installate – o magari altri browser, o motori di ricerca – potete facilmente disabilitarli o rimuoverli e sceglierne altri al loro posto, incluse le app realizzate da quegli 1,6 milioni di Europei che hanno fatto dello sviluppo di app un lavoro.

Infatti, un tipico utente di un telefono Android installa circa 50 app per conto suo. Lo scorso anno, oltre 94 miliardi di app sono state scaricate dal nostro Play Store; browser come Opera Mini e Firefox sono stati scaricati più di 100 milioni di volte, mentre UC Browser è stato scaricato oltre 500 milioni di volte.

Tutto questo è in netto contrasto con quanto accadeva negli anni ’90 e nei primi anni 2000. Erano gli anni delle connessioni dial-up e al tempo cambiare le applicazioni preinstallate sul computer o aggiungerne di nuove era tecnicamente complesso e richiedeva molto tempo. La decisione della Commissione su Android non tiene in considerazione l’ampiezza della scelta che le persone hanno oggi a disposizione e le prove evidenti di come usano i loro telefoni.

Una piattaforma costruita per l’era dello smartphone

Nel 2007, abbiamo deciso di offrire Android gratuitamente a produttori di telefoni e operatori di rete. Naturalmente sviluppare Android ha un costo e Google ha investito miliardi di dollari nell’ultimo decennio per fare di Android quello che è oggi. Questo investimento per noi ha un senso perché possiamo offrire ai produttori di telefoni l’opzione di precaricare una suite di app Google popolari (come Search, Chrome, Play, Maps e Gmail), alcune delle quali generano entrate per noi, ma che tutte insieme assicurano che il telefono sia completamente funzionante non appena le persone lo tolgono dalla scatola dopo averlo acquistato. I produttori di telefoni non sono obbligati ad includere i nostri servizi e inoltre sono anche liberi di preinstallare altre app concorrenti, insieme alle nostre. Questo significa che noi guadagniamo qualcosa solo se le nostre app sono installate e se le persone scelgono di utilizzare le nostre app anziché quelle concorrenti.

Vantaggi per i partner, vantaggi per i consumatori

La distribuzione gratuita della piattaforma Android, e della suite di applicazioni di Google, non solo è efficiente per i produttori di telefoni e per gli operatori, ma rappresenta anche un grande vantaggio per gli sviluppatori e i consumatori. Se i produttori di telefoni e gli operatori di rete mobile non potessero includere le nostre app sull’ampia gamma dei loro dispositivi, questo avrebbe un impatto sulla sostenibilità dell’ecosistema Android. Sino ad ora, il modello di business di Android ci ha permesso di non far pagare ai produttori di telefoni a nostra tecnologia e di non dipendere da un modello di distribuzione strettamente controllato.

Abbiamo sempre detto che con il crescere delle dimensioni, crescono le responsabilità. È nell’interesse di tutti che l’ecosistema di Android sia prospero e in salute e abbiamo dimostrato la nostra volontà di apportare dei cambiamenti. Tuttavia, siamo preoccupati che la decisione di oggi possa alterare il delicato equilibrio che abbiamo creato per Android, e che questo rappresenti un segnale allarmante in favore dei sistemi proprietari e a svantaggio delle piattaforme aperte.

Innovazione rapida, ampia scelta e prezzi più bassi sono le caratteristiche classiche di una forte concorrenza e Android le soddisfa tutte; la decisione di oggi rifiuta il modello di business che supporta Android. Android ha creato più scelta per tutti, non meno, e per questo abbiamo intenzione di fare appello.

#AndroidWorks

Scritto da: Sundar Pichai, CEO, Google