Giornalisti: due proposte di legge dal 5Stelle Di Nicola su tutela del segreto professionale e liti temerarie

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Mai più giornalisti arrestati o inquisiti perché fanno il loro mestiere. E’ queste uno degli obiettivi della proposta di legge presentata dal senatore del Movimento 5 Stelle, Primo Di Nicola. Che ha lasciato la professione per la politica dopo oltre 40 anni di carriera, prima all’Espresso poi al Fatto quotidiano e infine come direttore del quotidiano il Centro.

La proposta punta ad allargare la tutelare del segreto professionale dei giornalisti, professionisti e pubblicisti, anche nei casi in cui l’autorità giudiziaria potrebbe imporre loro di rivelare le fonte delle informazioni. Obbligo a cui i giornalisti non possono sottrarsi senza subirne le conseguenze, quando queste notizie siano indispensabili ai fini della prova del reato che è oggetto del processo e anche quando sia possibile accertare la veridicità della prova solo tramite l’identificazione della fonte della notizia.

Primo Di Nicola (Foto
ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

“Sono sempre più frequenti i casi di giornalisti arrestati, incriminati, inquisiti, perquisiti nelle loro redazioni e persino nelle loro abitazioni proprio per essersi rifiutati di fornire all’autorità giudiziaria l’identità dei loro informatori. A norma del terzo comma dell’art. 200 del codice di procedura penale, se il giornalista si rifiuta di indicare la fonte, nei casi previsti e sopra citati, potrebbe scattare l’arresto, l’incriminazione per falsa testimonianza e anche le perquisizioni”, si legge nel testo che richiama non solo la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, ma anche la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che afferma che del diritto di ricercare liberamente le notizie sia “logico e conseguente corollario anche il diritto alla protezione delle fonti giornalistiche, fondando tale assunto sul presupposto che l’assenza di tale protezione potrebbe dissuadere le fonti non ufficiali dal fornire notizie importanti al giornalista, con la conseguenza che questi correrebbe il rischio di rimanere del tutto ignaro di informazioni che potrebbero rivestire un interesse generale per la collettività”.

Prima di essere depositata al Senato, la proposta di legge sarà aperta alle modifiche migliorative segnalate dagli iscritti del Movimento 5 Stelle sulla piattaforma Lex di Rousseau, dove è presente anche un video di accompagnamento che spiega il dettaglio delle previsioni contenute nel testo.

La consultazione è aperta fino al 17 settembre prossimo anche per un’altra proposta di legge su cui Di Nicola si era impegnato in campagna elettorale e che riguarda sempre la professione giornalistica. Si propone in questo caso, e sempre a tutela della liberta di informazione, di mettere un freno alle querele temerarie. Nei casi di diffamazione commessa col mezzo della stampa, delle testate giornalistiche on line o della radiotelevisione in cui risulta la malafede o la colpa grave di chi agisce in sede di giudizio civile per risarcimento del danno, è previsto il risarcimento a favore del giornalista pari alla metà dell’importo richiesto da chi lo ha ingiustamente querelato. L’obiettivo è quello scoraggiare eventuali domande risarcitorie non solo infondate ma anche palesemente esorbitanti, di natura intimidatoria nei confronti del giornalista.

“Al di là delle proposte specifiche – dice Di Nicola a Primaonline.it – , questo sistema di consultazione rappresenta il primo tentativo di interazione con gli elettori che in questo modo partecipano alla formazione delle leggi. In questa interazione si concretizza il concetto del parlamentare inteso come portavoce che ha come punto di riferimento la democrazia diretta, uno dei cardini ideali del Movimento 5 Stelle”.