Fioccano critiche su Foa. Fi: presidente non può essere tifoso. Pd: provocazione. Anzaldi: stop dal Cda

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Mentre si avvicina la data del voto in Commissione di Vigilanza, fissata per mercoledì 1 agosto, continuano i giudizi dal mondo politico sulla figura di Marcello Foa, e sul suo ruolo da presidente nel Cda Rai.

“La nomina di Marcello Foa a presidente Rai può essere bloccata già domani dalla votazione prevista nel Cda dell’azienda. Se insieme alla consigliera Borioni voteranno no anche il consigliere eletto dai dipendenti Laganà e il consigliere votato da Fdi e Fi Giampaolo Rossi, l’arrogante e pericolosa indicazione di Foa potrà essere respinta al mittente”, scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. “A votare in Cda saranno sei consiglieri, perché è evidente che Foa non possa votare per se stesso e magari risultare decisivo nella sua elezione. Servono tre voti per bloccare la nomina”.

“Il progetto di Foa lo ha illustrato, con la consueta arroganza, il vicepremier Luigi Di Maio: i dipendenti Rai sono ‘raccomandati’ e ‘parassiti’. Di fronte a parole del genere, come potrebbe il consigliere Laganà votare a favore di Foa? Già in queste ore ha respinto al mittente le minacce del Governo di ‘rastrellamenti’ a Viale Mazzini e ha stigmatizzato i ‘metodi spartitori’ di M5s e Lega. Difficile pensare che ora voti la fiducia al loro presidente”.

“A risultare decisivo sarà il voto del consigliere Rossi: come si comporterà? La sua nomina è arrivata grazie alla decisiva indicazione di Forza Italia in Parlamento: ascolterà i tanti dubbi che in queste ore sono arrivati dal partito di Silvio Berlusconi e anche da Fdi di Giorgia Meloni? Deciderà di schierarsi per il rispetto della legge, che prevede la nomina di un presidente di garanzia e non l’imposizione di un fedelissimo di chi è al Governo?”

“Vedremo anche come si esprimerà l’amministratore delegato Fabrizio Salini: proverà a dimostrare di essere davvero un tecnico, come lo hanno presentato, oppure si accoderà all’ordine politico di votare come presidente un fedelissimo di Salvini e tifoso del Governo?”, conclude poi Anzaldi.

Maurizio Martina (Foto ANSA/GIUSEPPE LAMI)

“Mi auguro che tutte le opposizioni respingano la provocazione che la maggioranza ha messo in atto sulla Rai con il consiglio dei ministri di venerdì, quella non è una presidenza di garanzia ma una provocazione”, ha detto il segretario del Pd Maurizio Martina commentando la scelta di Marcello Foa. “Si possono avere opinioni differenti – ha detto – sui profili ma non provocare così”, augurandosi un ‘no’ deciso dalla Commissione.

“La designazione di Foa alla presidenza della Rai sarebbe una rottura istituzionale senza precedenti. Il presidente della Rai deve essere figura di garanzia, che tutti possano rispettare e nei cui comportamenti tutti possano riconoscersi”, ha sostenuto invece il senatore Pd Francesco Verducci, componente della commissione di Vigilanza Rai. “Chi, come Foa, ha definito ‘disgustoso’ il Presidente della Repubblica e ha diffuso in rete palesi ‘fake news’ di stampo xenofobo non può essere di garanzia per la tutela dei valori costituzionali che la Rai ha il compito di trasmettere. La Rai non è proprietà di Di Maio e Salvini, ma di tutti i cittadini italiani. L’autonomia e il pluralismo del servizio pubblico sono vitali per la nostra democrazia. La candidatura di Foa contraddice pesantemente tutto questo”.

Raffica di giudizi negativi anche da Forza Italia, divisi tra quanti guardano espressamente alle funzioni di garante che deve assolvere il presidente Rai, e quanti invece inseriscono la nomina per Viale Mazzini nel contesto dei rapporti con la Lega di Salvini. Punto di vista quest’ultimo scelto dai principali quotidiani nazionali come chiave di lettura per l’intera vicenda Rai.

“Il presidente Rai non può essere un tifoso dei partiti di maggioranza. Ma deve garantire anche le opposizioni”, scrive su Twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

“No, non è la BBC, ma certamente la tv pubblica non può essere un terreno di conquista della maggioranza. La Rai è la più grande azienda di informazione del Paese e la nomina del presidente deve coinvolgere anche le opposizioni. Inaccettabile blitz del governo”, cinguetta sempre su Twitter  Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato.

“Non potremo votare il candidato a presidente Rai indicato dal Governo. Avremmo voluto che si fosse seguito un metodo diverso”, afferma invece Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, incontrando la stampa a Mestre. “La legge prevede che non sia il Governo a decidere chi è il presidente della Rai, ma è il parlamento attraverso la Commissione di vigilanza dove è richiesta una maggioranza qualificata”. “Le scelte devono essere sempre condivise. Il centrodestra deve essere una famiglia dove si condividono le scelte. Siamo rammaricati, ma siamo costretti a votare no. Le regole vanno rispettate sia all’interno del centrodestra che nelle istituzioni”, conclude.

Antonio Tajani (Foto ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)
Giorgio Mulè (foto Studio Franceschin)
Giorgio Mulè (foto Studio Franceschin)

Giorgio Mulè (FI): “Non votiamo Foa, non accettiamo diktat”
Per la nomina, prevista domani, di Marcello Foa a presidente della Rai sono indispensabili i voti dei consiglieri di Forza Italia. Silvio Berlusconi ha dichiarato che i rappresentanti del suo partito nel Cda voteranno contro. Posizione ribadita, almeno per ora, in un’intervista rilasciata questa mattina a Radio Popolare dall’onorevole Giorgio Mulè, portavoce unico dei gruppi di Camera e Senato per Forza Italia.
Leggi i passaggi principali dell’intervista di Radio Popolare a Mulè

Nel panorama di centro destra Foa potrà sicuramente contare sul sostegno di Fratelli d’Italia. “Il Pd ha parlato di lottizzazione sulla Rai, dopo quello che ha fatto Renzi. E’ veramente ridicolo. Tacciano. Diciamo che il loro comportamento ci ha convinto a votare Marcello Foa presidente della Rai”, ha detto Giorgia Meloni, leader del partito. “Non ho condiviso – ha aggiunto – il metodo sulla scelta di Foa, c’entra poco con il cambiamento. Ma essere sovranisti in Italia non è reato”.