Dopo 63 anni, a fine agosto ha chiuso i battenti Village Voice, storico settimanale ‘alternativo’ di New York, celebre per le sue inchieste, le pagine culturali – in particolare su musica e letteratura – e anche per le sue vignette. A causare lo stop i perduranti problemi finanziari, che l’anno scorso avevano portato alla cessazione della pubblicazione su carta e alla trasformazione in rivista solo online.
Otto redattori su 17 sono stati licenziati, e i restanti lavoreranno alla digitalizzazione dell’archivio, così che possa essere consultato in futuro.
Il Village Voice, vincitore di tre premi Pulitzer, è stato una ‘bibbia’ per generazioni di appassionati di letteratura, teatro e musica newyorkesi e non. Le cassette rosse dalle quali si acquistava nelle strade della città facevano parte delle icone di New York.

Era stato fondato nel 1955 nel Greenwich Village da giornalisti e scrittori, tra cui Norman Mailer, e negli anni era arrivato a vendere 250mila copie alla settimana, ospitando sulle sue pagine alcuni tra i migliori giornalisti investigativi e critici musicali d’America. Tra i suoi vignettisti, anche il leggendario Jules Feiffer, che collaborò dal 1956 al 1997.
L’ultimo editore, Peter Barbey aveva comprato il magazine nel 2015, dopo numerosi cambi di proprietà e anni di crisi nelle vendite.