Riforma Copyright, editori e creativi esultano: pagina storica per la cultura, ora via libera in tempi rapidi

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Il via libera che il Parlamento Ue ha dato alla riforma del diritto d’autore nel mercato unico digitale è stato accolto con favore da parte di editori, giornalisti e associazioni che nei giorni scorsi si sono mobilitati a favore dell’approvazione della direttiva.

Di “un grande giorno per la stampa indipendente e per la democrazia” hanno dichiarato in una nota le associazioni degli editori europee Enpa, Emma, Epc e Nme.
Con il voto, sostengono, “gli eurodeputati hanno dimostrato il valore della stampa indipendente” esprimendosi a favore di “un diritto degli editori che aiuterà ad assicurare la sostenibilità del settore della stampa europea”.

Carlo Perrone, presidente Enpa (foto ANSA/UFFICIO STAMPA/ANDREA GILARDONI)

Secondo gli editori, la riforma “non riguarda solo la modernizzazione del diritto d’autore ma la funzione fondamentale delle nostre democrazie”. Le nuove regole, affermano, “aiuteranno a garantire i nostri media indipendenti per la prossima generazione”, la condivisione dei diritti per i giornalisti, una modernizzazione delle regole che non soffoca l’innovazione e che promuove l’equità nell’ecosistema digitale. Allo stesso tempo la riforma del copyright consentirà ai lettori di continuare a condividere link, creare meme e utilizzare Wikipedia, sostenendo le vere notizie e non le fake news.

“Oggi il Parlamento europeo ha sfruttato l’occasione per votare a favore della Direttiva sul diritto d’autore con una differenza di quasi 200 voti. La Direttiva fornirà finalmente gli strumenti per garantire l’equa remunerazione richiesta dai creatori di contenuti”, ha invece rilevato GESAC, l’European Grouping of Societies of Authors and Composers, esprimendo anche un ringraziamento per “i molti deputati che hanno lavorato instancabilmente negli ultimi mesi e anni, lottando contro la disinformazione e non piegandosi alle enormi pressioni dai giganti della tecnologia”.

“Questo processo porterà a un risultato positivo e che metterà fine in modo definitivo al trasferimento di valore che ha caratterizzato il rapporto tra cultura e giganti della tecnologia negli ultimi anni”, ha sostenuto ancora l’associazione”. “Oggi è una vittoria per l’Europa e la sua indipendenza da alcuni giganti della tecnologia che hanno approfittato di una legislazione obsoleta per consolidare ulteriormente il loro predominio dannoso e per sottrarre valore all’Europa e ai creatori di contenuti del vecchio continente”, ha rimarcato Anders Lassen, presidente di Gesac, mentre Véronique Desbrosses, direttore generale, ha concluso: “il Parlamento Europeo ha scelto di adottare una legislazione equilibrata che andrà a vantaggio dei cittadini, delle imprese, dei creatori di contenuti e dell’Europa nel suo insieme”.

Ricardo Franco Levi (Foto ANSA/ ROBERTO RITONDALE)

“Quella di oggi è una vittoria per la libertà, come espressione di un libero dibattito democratico e della creatività della persona. Questo è il diritto d’autore: rappresenta la libertà ed esprime l’identità europea”. Sono state invece le parole del presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi. “Siamo davvero soddisfatti perché con la votazione di oggi si è affermato un principio fondamentale, e cioè che il diritto d’autore va sì aggiornato al digitale ma conservandone la funzione di libertà e di contrasto dei monopoli”.
“Certo, il testo approvato presenta alcuni aspetti che dovranno essere migliorati prima dell’approvazione finale”, ha rilevato Levi, ribadendo la disponibilità dell’associazione a dare il proprio contributo. “È comunque positivo – ha concluso – che le tre istituzioni europee che partecipano alla formazione delle leggi, la Commissione, il Consiglio e il Parlamento, vadano nella stessa direzione e che l’azione di pressione delle lobby multinazionali non abbia avuto effetto sulla votazione degli europarlamentari. È un’ottima premessa perché il risultato finale sia un testo che incentivi gli autori e le imprese culturali a cercare sempre nuovi soluzioni contrattuali ai problemi che impone il digitale”.

Per Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia quella di oggi è “una pagina storica per la cultura europea e per la democrazia continentale”. “Finalmente la massima espressione rappresentativa del popolo europeo ha dato il via libera alle nuove regole sul diritto d’autore che, tra l’altro, consentiranno di mettere fine al far west che ha regnato sino ad oggi nel mondo digitale”.

Marco Polillo
Marco Polillo

“Un voto netto e significativo: è passato il miglior compromesso possibile. Il Parlamento ha saputo scegliere in maniera equilibrata malgrado le incredibili pressioni subite e le falsità che sono state raccontate intorno a questa riforma da chi avrebbe preferito che su internet continuasse a valere la sola legge del più forte: per il bene della democrazia speriamo di non dover più assistere a episodi del genere”.
“Nessuna censura, nessun bavaglio, nessuna libertà individuale limitata sul web, ma soltanto un doveroso aggiornamento delle regole di mercato al fine di evitare che dal lavoro di artisti, creativi e di tutti coloro che investono in cultura traggano beneficio solo le piattaforme di sharing”, ha aggiunto Polillo che in conclusione ha auspicato che, in vista dei negoziati, “si ponga fine alle strumentalizzazioni e alle manipolazioni mediatiche”.

“Esprimo il mio apprezzamento per l’esito del voto di Strasburgo sulla Direttiva copyright e ringrazio gli europarlamentari per il senso di responsabilità dimostrato. È un passaggio importante, che consente a questa legge di proseguire il suo iter di approvazione verso una più efficace difesa del diritto d’autore nello spazio digitale contemporaneo”. Così il Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti.  “È l’affermazione di un principio a tutela dei valori democratici europei di una stampa libera e indipendente e a garanzia della centralità del suo ruolo nella società contemporanea.”

Andrea Riffeser Monti (Foto ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Da Strasburgo, il Presidente dell’ENPA, Carlo Perrone, evidenzia come la riforma oggi approvata dal Parlamento europeo “preserverà l’indipendenza dei giornali per le generazioni future. Non riguarda, quindi, solo la modernizzazione del diritto d’autore ma la sua funzione fondamentale nelle nostre democrazie.”

“Proteggere i prodotti editoriali significa rafforzare il valore delle imprese – prosegue Riffeser – “Tutelare le genialità di ciascuno, potenziare la capacità di innovare, sperimentare nuove forme di comunicazione. Oggi il Parlamento europeo ha dato un segnale chiaro di riconoscimento della informazione professionale come presidio di informazione affidabile e verificata, unico argine ai rischi di una deriva della diffusione delle fake news.”

“Continueremo a collaborare con le istituzioni europee nella delicata fase dei negoziati – ha concluso Riffeser Monti – con l’obiettivo di realizzare in tempi rapidi una riforma equilibrata e aderente al mutato contesto tecnologico e digitale. Una riforma che, ne siamo certi, incoraggerà forme di cooperazione virtuosa tra i titolari di diritti sui contenuti editoriali e i fornitori di servizi innovativi che riproducono ed elaborano i contenuti protetti da tali diritti.”

“Oggi la cultura ha vinto sui soldi”, è stato il commento del presidente Siae, Mogol. “Stabilire delle regole non significa soffocare la libertà, come i giganti del web vogliono sostenere, senza pagare tasse e guadagnando cifre miliardarie. Loro hanno i miliardi, noi però abbiamo ragione e sono contento che gli Europarlamentari l’abbiano capito”, ha aggiunto ringraziando il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani “per il suo impegno in difesa della cultura e della creatività”.

Mogol (fot ANSA / ETTORE FERRARI)

“Il diritto d’autore non è una barriera al progresso ma un sostegno alla creatività. Gli autori producono cultura: la cultura è il seme della democrazia, della tolleranza, della libertà di pensiero. Senza cultura del rispetto dei diritti di chi crea, scomparirebbero gli autori del presente e non ci sarebbero autori nel futuro”, ha rimarcato.

Ribattendo poi a chi, come il Movimento 5 Stelle, accusa l’Europa di aver legalizzato la censura, Mogol ha replicato: “Qui non si parla di un problema di libertà, ma di equità”.

“Se parliamo di censura, vuol dire che c’è molta disinformazione”. “Di quale mancanza di libertà parliamo? Se entro in un ristorante a mangiare, non posso uscire senza pagare il conto. Serve rispetto per la creatività, perché senza creatività come si può vivere?”.

Parole positive anche da parte delle associazioni degli autori italiani (Anac, 100autori, Aidac, Asifa, Doc/it e Wgi) che hanno voluto ringraziare “i membri del Parlamento per aver ascoltato gli autori e aver compreso l’urgenza e la necessità di definire regole chiare nel mercato digitale per garantire i diritti degli autori”.

Le associazioni “sono particolarmente soddisfatte per l’adozione di miglioramenti significativi nei contratti di autori e artisti, nonché della conferma dell’introduzione di un nuovo articolo che stabilisce un principio di remunerazione equa e proporzionata per gli autori in base allo sfruttamento delle loro opere, anche online (articolo -14)”.
Gli autori italiani “auspicano che questo passaggio sia preludio di un’incisiva azione di pari portata affinché una tassazione equa venga applicata a quei giganti del web che realizzano profitti miliardari, contando su una discutibile immunità fiscale e operando in un regime di monopolio globale”

“L’approvazione della direttiva sul diritto d’autore da parte del Parlamento Europeo è la vittoria della ragione, del buonsenso e della dignità del lavoro su chi punta a disarticolare la democrazia e le sue istituzioni attraverso l’attacco all’informazione e ai corpi intermedi. È un risultato che premia la battaglia comune dei sindacati dei giornalisti dei principali Paesi europei, a cominciare dalla FNSI, e delle associazioni di editori, scrittori, autori cinematografici, attori, registi, film-maker”. Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana.

Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi (Foto Ansa/Fabio Frustaci)

“La normativa europea – si legge nel comunicato – riafferma i diritti delle imprese editoriali e del lavoro giornalistico, riconoscendo il principio che chi sfrutta il lavoro intellettuale, ricavandone profitti con la raccolta pubblicitaria e il trattamento dei dati degli utenti della rete, deve pagare delle royalties a chi ha prodotto i contenuti”.  Viene così sancito, secondo quanto affermato da Lorusso, “il valore del lavoro giornalistico e dell’informazione professionale, essenziali per la tenuta della democrazia. L’informazione di qualità – agli antipodi delle fake news e della spazzatura che circola nella rete – è essenziale per la qualità della democrazia perché serve a creare un’opinione pubblica matura e consapevole. La buona informazione richiede lavoro regolare, con pienezza di diritti, tutele e garanzie: le risorse che arriveranno al sistema della rete dovranno servire a rafforzare il lavoro ed essere utilizzate per mettere in campo politiche di inclusione lavorativa delle fasce più deboli della professione e di contrasto al precariato dilagante”.

“Con il voto di oggi l’Europa – dopo l’occasione mancata di luglio – ritrova la forza della propria identità culturale e dei principi di diritto civile e comunitario che sono a fondamento di un patrimonio di civiltà e di valori economici e sociali. La delibera del Parlamento europeo sul copyright apre oggi finalmente la strada al superamento di una sorta di colonialismo culturale ed economico umiliante per la cultura, la creatività, l’economia e il lavoro delle imprese e degli operatori professionali titolari della proprietà intellettuale e dei diritti connessi. Va sempre ribadito che i diritti della produzione intellettuale sono concreti diritti di libertà e di democrazia”. Questo è il primo commento di Franco Siddi, Presidente di Confindustria Radio Televisioni (Crtv).

Franco Siddi (Foto ANSA/CLAUDIO PERI)

Con l’atto odierno, secondo Crtv, si riconosce il diritto alla remunerazione anche per gli sfruttamenti online del lavoro intellettuale, dell’opera dell’ingegno e delle imprese che ne organizzano la produzione.

Crtv, che ha sempre sostenuto questa battaglia in Italia e in Europa, resta fermamente impegnata sul terreno della libertà, compresa quella del web, che però non è tale finché si fonda sul saccheggio del lavoro altrui e sull’ingiusto profitto dei colossi della Rete. Spetterà ora alla Commissione portare a conclusione l’iter normativo della direttiva, che si auspica possa avvenire nei tempi più rapidi possibili e nella massima chiarezza.

Sarà importante la convergenza di impegno comune manifestatasi in questa occasione tra tutti i protagonisti: editori radiotelevisivi, di libri e di carta stampata, di giornalisti e autori e tutta la filiera della creatività intellettuale.