«Il Messaggero è un giornale indipendente sia intellettualmente che economicamente. Perché è arbitro delle proprie idee ed in grado di camminare con le proprie gambe». È il presidente del Messaggero, Francesco Gaetano Caltagirone, a tratteggiare l’identikit del giornale che compie 140 anni nel corso della serata evento promossa presso ieri negli studi di Cinecittà e raccontata qui di seguito dallo stesso quotidiano, per festeggiare questo importante compleanno, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A fare gli auguri alla testata, diretta da Virman Cusenza, numerosi esponenti del mondo politico, dell’imprenditoria e dello spettacolo. Presenti la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, e i ministri della Pa, Giulia Bongiorno, e dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli. E, tra gli altri, l’esponente di Forza Italia, Mara Carfagna, e l’ex premier Paolo Gentiloni. Per il compleanno del quotidiano romano è arrivata a Cinecittà Studios, sul set di Roma Antica, la sindaca Virginia Raggi, e, ancora, tra gli altri, Gigi Proietti, Enrico Vanzina e Renzo Arbore. «Il Messaggero vuole essere la casa dei romani, aspira ad essere il loro difensore civico, oltre che una voce autorevole a livello nazionale», ha detto il direttore Virman Cusenza, illustrando il nuovo sito de Il Messaggero. Il nuovo sito conterrà, oltre alla parte informativa, con la possibilità di ascoltare gli articoli dei giornalisti del quotidiano e un visual potenziato, anche tanti servizi per i cittadini di Roma.
Francesco Gaetano Caltagirone: “Il Messaggero non è e non vuole essere un “bravo ragazzo”. Una provocazione utilizzata dall’editore per descrivere il carattere libero e l’indipendenza del giornale di Roma. «Perché è bello essere considerati un “bravo ragazzo”. Ma il “bravo ragazzo” – ha spiegato Caltagirone – è accettato e benvoluto da tutti, ma per essere tale deve accontentare tutti, o quelli della sua parte, rinunciando a se stesso e alla propria identità». Invece il Messaggero «fa della propria identità un tratto distintivo. Questa identità è, tra l’altro, la difesa dei diritti. Non solo economici ma soprattutto quelli dell’individuo che spesso rischia di essere schiacciato da chi ha potere. Questa identità è la salvaguardia delle libertà fondamentali e l’impegno a giudicare solo dopo aver avuto la completa conoscenza dei fatti».
«Un’identità – ha proseguito – che è impegnativo sostenere, soprattutto in un’era in cui l’informazione circola con la velocità della Rete, la quale si nutre di giudizi istantanei e sentenze inappellabili. Ma un’identità che il Messaggero vuole difendere, senza timore di rappresentare una voce fuori dal coro e perciò poco gradita, e anzi accettando la posizione scomoda di chi si allontana dal gregge».
Caltagirone ha quindi citato Seneca, il quale «duemila anni fa diceva che “da nulla bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare ma dove tutti vanno. E niente ci tira dietro i mali peggiori come andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione ma per imitazione”. Il Messaggero vuole vivere secondo ragione, rinunciando all’imitazione e al conformismo».
«Ragione – ha quindi spiegato Caltagirone – vuol dire avere un approccio scientifico alle cose rifiutando le facili suggestioni che trovano oggi nella rete e nei social network un facile e pericoloso megafono come succede ad esempio sul tema dei vaccini». E ancora: «Ragione significa distinguere, con Max Weber, tra “etica dei principi” ed “etica delle responsabilità” e riflettere, e far riflettere il lettore, sulle conseguenze e sulla sostenibilità delle nostre scelte. Ragione vuol dire evitare i processi sommari per inseguire il consenso del momento e non legittimare la ricerca di un facile capro espiatorio da linciare. Ragione vuol dire rifiutare il pregiudizio ma esercitare con serenità il diritto di critica verso qualcuno o qualcosa. Vuol dire non alzare la voce solo perché lo fanno gli altri».
Nel ricordare come il Messaggero sia da sempre il giornale di Roma, Caltagirone ha quindi sottolineato: «Noi vogliamo contribuire, in questo momento di grande smarrimento, a tener viva la fiamma sotto la cenere perché possa tornare a splendere. Perché i molti romani distratti che non percepiscono più la vibrazione che dà il genius loci, tornino a sentirla, a difenderla, ad esserne orgogliosi e contribuiscano a restituire a Roma il ruolo che ha avuto nel mondo e nel tempo. Essere il giornale di Roma significa anche essere il gironale che tutto il mondo guarda quando c’è qualcosa di rilevante in Vaticano. Queste le tipicità del Messaggero. Queste le sfide che trasformano il lavoro quotidiano dei redattori e dell’Editore da una semplice professione in una vera e propria missione. Non facile, certo, ma non è questo il momento delle cose facili. È il momento delle sfide».
Azzurra Caltagirone: «Sul copyright sarà lunga guerra». Il via libera alla proposta di direttiva sui diritti d’autore nel mercato unico digitale «è un’ottima notizia. È una battaglia vinta ma la guerra è lunghissima e difficile». Così Azzurra Caltagirone, amministratore delegato del Messaggero, intervistata in occasione delle celebrazioni per il 140 anni del giornale. «Produrre informazione costa e in mancanza di un’accurata legislazione il distributore lucra sul produttore in nome di una gratuità presunta», ha aggiunto. «Non è una questione economica ma etica e di civiltà: nessuno si può appropriare di un bene prodotto da terzi soprattutto se è un bene intellettuale». Prima dell’inizio della cerimonia Azzurra Caltagirone, interpellata da Radiocor, ha detto che non ci sono novità positive nel mercato pubblicitario. «Il mercato pubblicitario è assolutamente come nel primo semestre: c’è incertezza sul mercato e anche sulle aziende».

Cusenza: “Difendere la libertà di stampa strenuamente”. «Non penso che la libertà di stampa sia in pericolo, ma va difesa strenuamente. Quando ce n’è poca la qualità scende e si priva la collettività di un diritto», ha detto il direttore del Messaggero, Virman Cusenza che ha poi commentato le parole del Capo dello Stato Mattarella per la difesa della libertà di stampa: «È stato un monito coraggioso. In ogni momento di transizione ci sono equivoci e tentazioni da fugare con la chiarezza dei principi». E a proposito di quanto il giornale sia cambiato in 140 anni ha spiegato: «Siamo comunque rimasti fedeli alla nostra anima di quotidiano popolare, indipendente, laico, con Roma al centro del cuore, in grado di essere uno strumento utile per i lettori».
Salvini: «In Italia tante fonti». «Penso che gli italiani abbiano tantissime possibilità di informarsi. Ci sono moltissime fonti da cui attingere», ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, a margine della festa dei 140 anni de Il Messaggero. «Sono un giornalista e adoro la stampa libera e indipendente – ha aggiunto – ma mi domando l’utilità dell’Ordine dei giornalisti che si sveglia solo quando deve chiedermi il contributo. Credo sia interessante capire nel mondo dell’editoria chi finanzia chi. Certo questa non è però una mia priorità».
Raggi: «Giornali cani da guardia». «I giornali devono essere i cani da guardia della politica, gli auguro di fare il loro lavoro al meglio». Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi alla festa dei 140 anni del Messaggero. Quello che si celebra «è un giornale che ha sempre raccontato il tessuto sociale, anche in maniera tagliente – ha aggiunto – il Messaggero ha scritto la storia di Roma. Non si poteva mancare a questa serata».
Gentiloni: «Momento non facile per la libertà di stampa». «È ancora più importante celebrare un pezzo fondamentale della nostra storia e della nostra città come Il Messaggero in un momento nel quale la libertà di stampa vive un periodo non facile». Lo ha detto Paolo Gentiloni alle celebrazioni dei 140 anni del quotidiano capitolino. «La libertà di stampa è necessaria – ha aggiunto – e minacciare di sottrarre risorse in un momento nel quale la vita non è facile per la carta stampata è un errore fondamentale».