M5S accusa HuffPost di aver diffuso audio di Casalino. Annunziata: non sembrava materiale privato

Condividi

Sono ancora forti le polemiche sul caso Rocco Casalino e del suo messaggio audio che conteneva minacce di euprazioni nel Mef . Il Blog dei 5 Stelle  ha accusato due giornalisti dell’Huffington Post di essere stati i responsabili della diffusione della nota vocale del portavoce di Palazzo Chigi. Un’accusa che ha spinto il direttore Lucia Annunziata a scrivere una lettera al premier Giuseppe Conte per difendere l’operato dei propri giornalisti.

Lucia Annunziata (Foto ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Il Presidente del Consiglio aveva infatti preso le difese del suo portavoce Casalino, sostenendo che l’audio sul quale si sono scatenate le polemiche fosse “privato”, e che, nel diffonderlo, i giornalisti fossero  andati incontro a una violazone deontologica.

“Siccome i nomi sono un segreto di Pulcinella, preferisco risponderle subito” Lucia Annunziata difende così Alessandro De Angelis e Pietro Salvatori, rispettivamente vicedirettore e inviato politico dell’Huffington , dichiarando che i due hanno ricevuto la nota audio in due momenti diversi della notte di mercoledì, e da due persone diverse. “L’audio nell’ambiente girava”. Così il direttore dell’Huffington smentisce le accuse del premier di aver diffuso per primi la nota di Casalino.

Per quanto riguarda la violazione deontologica, Annunziata si chiede se l’audio in questione fosse realmente privato, come lo definisce Conte. Il direttore dell’Huffington racconta di aver ascoltato personalmente l’audio, arrivato in redazione, e afferma che “da nessuna parte era chiarito fosse materiale privato”. Inoltre, continua Annunziata, la violazione deontologica non sussiste perchè il materiale viene usato “indicandolo come non per attribuzione diretta”.

“Fra una versione di due miei giornalisti che conosco bene e stimo, e un portavoce – conclude il direttore – sarà sempre con i miei”. Annunziata chiude poi la lettera affermando che c’è una soluzione alla vicenda, davanti a un giudice o all’ordine dei giornalisti. “Noi siamo pronti” dice il direttore.

Qualche ora prima anche gli stessi due giornalisti si erano difesi dalle accuse dei 5 Stelle con un articolo nel quale affermavano di aver ricevuto l’audio e di averlo trattato come un “off” che Palazzo Chigi invia a diversi giornalisti, dando le informazioni come background. Il problema – concludevano De Angelis e Salvatori – non siamo noi, ma “i metodi di lavoro di Casalino”.