“A cosa serve l’ordine dei giornalisti? A niente. Quindi aboliamolo. Il provvedimento è già sul tavolo del governo”. Questo in sintesi l’attacco mosso da M5S, che, in un post pubblicato sul blog delle stelle, ha criticato l’apertura di un’istruttoria su Rocco Casalino,portavoce del premier Conte.
“Non una parola invece sui giornalisti che hanno diffuso il suo audio privato andando contro la deontologia professionale”, scrivono nel loro commento i pentastellati, accusando ancora l’Ordine di non essere intervenuto “quando è stato provato clamorosamente che Jacopo Iacoboni de La Stampa aveva inquinato il dibattito pubblico con la mega fake news su Beatrice Di Maio, che doveva essere il vertice di chissà quale rete oscura di propaganda del MoVimento, e invece era la moglie di Brunetta”.

“Neppure un cenno quando il direttore de La Repubblica (recordman di copie perse) Calabresi aveva sparato in prima pagina la bufala dell’incontro tra Davide Casaleggio e Matteo Salvini, mai avvenuto in realtà, ma pubblicato senza alcuna prova dando anche del bugiardo a Casaleggio”.
“Neanche un sussurro quando giornalisti di Corriere, Repubblica e Messaggero avevano pubblicato un sms di Di Maio tagliato ad hoc per dimostrare che aveva mentito sulla vicenda Marra, ma poi erano stati sbugiardati dalla pubblicazione da parte di Di Maio del messaggio completo: una bufala montata ad arte per colpire una persona specifica”, protesta il M5s nel post.
“A cosa serve l’ordine dei giornalisti se non sanziona la diffusione delle notizie false e i comportamenti antietici di giornalisti mossi solo da interessi di partito e non dal desiderio di informare i cittadini? A niente. Quindi aboliamolo. Il provvedimento è già sul tavolo del governo”, concludono.
Repliche da Fnsi e Odg
“Stiano tranquilli, i neoprofeti del pensiero unico a 5 Stelle”, hanno scritto in una nota Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi. “Non saranno i provvedimenti di natura ritorsiva annunciati contro un’intera categoria di professionisti e neppure le liste di proscrizione ai danni di colleghi che vogliono continuare a fare il loro lavoro a cancellare la libertà di stampa in Italia”.
“Gli attivisti del Movimento devono farsene una ragione: non sono loro a stabilire che cosa è vero e che cosa è falso, in base alle loro convenienze. I giornalisti devono pubblicare tutte le notizie, soprattutto quelle sgradite a chi governa, chiunque sia, perché in democrazia la funzione della stampa è quella di denunciare gli abusi di potere”.

“Nessun dubbio che quello di Rocco Casalino sia stato un abuso di potere che era giusto denunciare perché Casalino non è un passante, ma il portavoce del premier. Altro che ridicole lezioni di deontologia e richiami impropri alla Costituzione da parte di chi, anche per poco edificanti vicende personali, dovrebbe soltanto tacere”.
“Quanto all’Ordine dei giornalisti – hanno concluso – una sola domanda: se non serve a niente perché Luigi Di Maio continua a esservi iscritto? Per avere un tesserino da esibire? Piuttosto, spiace dover constatare che i propositi di regolare i conflitti di interessi, impedire l’occupazione della Rai e contrastare le ‘querele bavaglio’ e il lavoro precario siano stati rinviati a data da destinarsi”.

“La segnalazione fatta dall’Ordine della Lombardia al Consiglio di disciplina territoriale, concernente la condotta tenuta da Rocco Casalino, non è in alcun modo una sanzione, ma semplicemente una richiesta di verifica di correttezza deontologica, che può essere peraltro proposta da qualunque cittadino”, ha precisato invece Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. “Si tratta di un episodio particolare e controverso, senza precedenti anche per l’implicazione tecnologica sulla fiduciarietà della fonte, sul quale è giusto fare chiarezza. In tal senso per consentire che ciò avvenga a 360 gradi il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti sta provvedendo a verificare se vi sia da segnalare al competente Consiglio di disciplina territoriale chi sia venuto eventualmente meno al vincolo fiduciario qualora nel caso specifico sussistente”.
”Le questioni deontologiche sono cruciali, nessuno pensi che nel valutarle ci possa essere un atteggiamento di parte. Detto questo – ha aggiunto – , però, siamo indignati per la correlazione tra questa vicenda di verifica di correttezza professionale e le minacce da manganello elettronico sul blog del Movimento 5 Stelle in cui si parla spudoratamente di rilanciare l’idea di abolizione proprio a seguito di questa iniziativa. Credo che l’Italia democratica debba reagire alla sola idea che si possa governare procedendo di vendetta in vendetta. I giornalisti italiani non si faranno intimidire”