Mondadori: dopo l'assemblea fuori dalla sede, i giornalisti entrano in sciopero per un giorno e mezzo

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Assemblea alla Mondadori per la cessione di Panorama. I giornalisti dell’intera editrice si sono riuniti fuori dalla sede di Segrate perchè l’azienda per la prima volta non ha concesso i locali, dichiarando che era già stato superato il monte ore annuale per le riunioni sindacali.
L’assemblea si è conclusa con un duro comunicato con il quale i giornalisti si esprimono contro le modalità scelte da Mondadori nella relazione con il sindacato, sia in merito alla vicenda Panorama, sia sulla situazione generale dei periodici.
A Segrate hanno dichiarato un giorno e mezzo di sciopero a partire da questo pomeriggio.

Palazzo Mondadori a Segrate (Milano) (Foto ANSA / DBA)

Il comunicato:
Il Comitato di Redazione della Mondadori ha proclamato uno sciopero generale per le giornate di martedì 30 (pomeriggio) e mercoledì 31 ottobre (intera giornata).
La decisione è stata presa al termine di un’assemblea che si è dovuta svolgere all’esterno della casa editrice, a causa del rifiuto intollerabile dell’Azienda di concedere ai giornalisti uno spazio per discutere della vertenza di Panorama, del futuro dei periodici e del progressivo deterioramento delle relazioni sindacali.
Anche nel corso dell’esame congiunto in Fieg sulla cessione di Panorama alla società La Verità Srl, sono state gravemente lese le prerogative del sindacato attraverso il continuo ricorso a omissioni, mezze verità, trattative individuali secretate e informazioni svianti.
Da tempo abbiamo a che fare con un’azienda che usa sistematicamente l’arma del ricatto per attaccare diritti e retribuzioni e che ritiene che i giornalisti possano essere sostituiti con tecnici e collaboratori ‘abusivi’ precari e a basso costo.
Nello scorso mese di giugno, poco prima che iniziasse l’ennesimo stato di crisi, l’azienda si era impegnata, nonostante abbia chiuso il 2017 in utile, ad aprire con il Comitato di Redazione un tavolo di confronto volto al contenimento dei costi, certamente non imputabili ai soli giornalisti.
Quell’impegno non è stato mantenuto, mentre dobbiamo purtroppo registrare condizioni di lavoro sempre più precarie e i sacrifici pesantissimi imposti ai colleghi di Panorama oggi, così come a quelli
di Tu Style e Confidenze nel recente passato.
Ci chiediamo dunque quale credibilità possa ancora avere un interlocutore che si comporta in questo modo e non rispetta le più elementari norme della dialettica sindacale.
Il CdR Mondadori