“Continuate a raccontare, ogni giorno, con determinazione e obiettività, la vita delle Camere nella sostanziale distinzione dei ruoli e nel necessario reciproco rispetto”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio in occasione dei 100 anni dell’Associazione Stampa Parlamentare. “Il pluralismo informativo è un valore fondamentale per ogni democrazia che va difeso e concretamente attuato e sostenuto”.
“Sono lieto di inviare un caloroso saluto all’Associazione stampa parlamentare in occasione dei cento anni dalla fondazione. In questo secolo di vita i giornalisti hanno accompagnato le vicende alterne del Parlamento italiano, contribuendo a scriverne di fatto la storia, attraverso la cronaca quotidiana degli avvenimenti”.
“In particolare con la nascita della Repubblica – sottolinea – la stampa parlamentare ha costituito un importante e necessario completamento della vita democratica, non soltanto nella preziosa opera di pubblicizzazione dei lavori delle Camere ma anche costituendo un presidio di libertà, di critica e di controllo, in perfetta linea con lo spirito e i valori della nostra Costituzione”.
“Oggi – avverte – il mondo dell’informazione è in continua evoluzione: la stampa parlamentare è stata al passo con i tempi, dotandosi di regole statutarie sempre più stringenti, sia in materia di trasparenza, sia per adeguarsi ai nuovi mezzi di comunicazione in modo da raggiungere un pubblico di cittadini sempre più vasto. Com’è noto, la nostra Costituzione non si limita a stabilire principi e valori, ma chiede allo Stato di farsi parte attiva per il loro raggiungimento. Questo vale, naturalmente, anche per la libertà di opinione e di espressione”.
Mattarella all’Asp: “Il pluralismo informativo è un valore fondamentale per ogni democrazia che va difeso e concretamente attuato e sostenuto”. #100anniAsp
— Associazione stampa parlamentare (@ASParlamentare) 4 dicembre 2018
Oltre a quello di Mattarella è giunto anche il messaggio del presidente emerito Giorgio Napolitano, che ha detto, entrando direttamente nel merito delle polemiche sul taglio ai contributi diretti all’editoria (che il governo mira a inserire in legge di bilancio con l’emendamento Varrica): “Tutelare l’indipendenza, la libertà e il pluralismo dell’informazione, anche con appositi stanziamenti”.
“Da parte del Governo non c’è nessun attacco al pluralismo dell’informazione”. Lo dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Vito Crimi intervenendo al convegno per il centenario dell’Associazione stampa parlamentare. “Se lo Stato deve intervenire nel settore, deve farlo intervenendo sul sistema e non sui singoli editori”, rileva.
“Ribadisco che il governo ha a cuore la libertà di espressione e di stampa. Non ci sono stati interventi che limitano la libertà di stampa”, ha aggiunto il sottosegretario Crimi, che si è detto “amareggiato per le parole forti” che sono state dette sul governo durante il panel della mattina del convegno. “Si è parlato di libertà minacciata mai come ora, di aggressioni alla libertà di stampa da parte del governo. Ma non ci sono stati interventi che limitano la libertà di stampa – assicura – non ho visto la stessa mobilitazione quando ci sono stati non parole ma interventi come epurazioni e censure nei confronti dei giornalisti”.
In una pausa dei lavori del convegno Crimi è stato ancor più netto: “ero venuto con le migliori intenzioni, vado via con le peggiori”. “Ho sentito solo parole di accuse di illiberalità, accuse velate di fascismo al governo di cui faccio parte. Mi è sembrato molto chiaro, le parole erano pesanti. Oggi i giornali fanno politica, l’hanno fatta, continuano a condizionare la politica. La dialettica con la politica è quella. Al netto delle offese che non mi appartengono, la libertà di espressione è un’altra cosa”.
Riferendosi, poi, alla questione dei contributi dello Stato all’editoria, Crimi osserva: “In Italia le testate registrate sono 18.611, i contributi li prendono soltanto in 100. I contributi non hanno nulla a che fare con il pluralismo, chi li prende fa concorrenza a chi, invece, non li prende. ‘Libero’ riceve 5 milioni, altri come Repubblica e La Stampa invece no. Un contributo diretto a Libero si può giustificare come difesa del pluralismo? Il pluralismo – conclude – non passa dal contributo al singolo editore, ma ad un contributo che sia rivolto allo sviluppo dell’intero sistema editoriale”.
Sottosegretario @vitocrimi: “Il ruolo della stampa oggi è inserirsi nel processo di disintermediazione che sta avvenendo. Provo un po’ di amarezza per le parole usate nei confronti del Governo, che ha a cuore la libertà di stampa e mai è intervenuto per minarla” #CameraIncontri pic.twitter.com/1WEQFz8stM
— Camera dei deputati (@Montecitorio) 4 dicembre 2018
“La stampa parlamentare ha segnato la storia di questo Paese. Ha avuto e ha una centralità nel racconto dell’Italia: i suoi cambiamenti ed evoluzioni, così come le sfide che ha affrontato. Ritengo che si possa a buon titolo parlare di una dimensione istituzionale dell’Associazione stampa parlamentare”. Sono state invece le parole del presidente della Camera Roberto Fico. “Credo che voi oggi condividiate con il Parlamento una missione: fare in modo che le persone che vivono fuori da questo palazzo conoscano nel dettaglio tutto quello che succede qui dentro e in questo modo possano partecipare alla vita pubblica, vivendo la propria dimensione civica nel modo più consapevole e ampio possibile. Sono convinto che il racconto politico-parlamentare sia una chiave decisiva per la partecipazione”, ha aggiunto Fico.
Comunicazione e informazione devono restare distinte. Ognuna con una sua etica, ma sempre e comunque distinte. Troppo spesso invece vengono usate come sinonimi, mettendo a rischio sia la politica sia il giornalismo.#100AnniAsp pic.twitter.com/BrP7ablmNX
— Roberto Fico (@Roberto_Fico) 4 dicembre 2018
Parlando poi del ruolo dei social network, Fico ha detto: “Noi tutti dobbiamo stare attenti ad essere consapevoli nella gestione di uno strumento che può essere di formidabile impatto positivo ma ha dei limiti, come ogni strumento. E su questo serve essere responsabili. La responsabilità è proprio l’elemento caratterizzante del giornalismo. Ciò che vi distingue e vi dà credibilità e autorevolezza”. Fico ha lanciato quindi un’esortazione: “Comunicazione e informazione devono restare distinte. Ognuna con una sua etica, ma sempre e comunque distinte. Troppo spesso invece vengono usate come sinonimi, mettendo a rischio sia la politica sia il giornalismo. Non credo che davanti a temi complessi ci siano risposte semplici. C’è però uno spazio per riflessioni che i relatori quest’oggi presenti sapranno senza dubbio sviluppare”.
Dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati è arrivato invece l’auspicio che “possano essere salvaguardati i contributi per una editoria sempre più libera, plurale, professionale”. “Ferma restando la sempre meritoria e necessaria attività di razionalizzazione della spesa pubblica”.
“Questi vostri 100 anni celebrano un fondamento della vita di questa nostra democrazia, un’eredità che deve essere tutelata e tramandata. Abbiamo molto bisogno di buon giornalismo”, ha affermato Casellatinel suo messaggio per l’occasione. “Così come le istituzioni hanno molto bisogno di saper meglio comunicare. A cominciare, ma non solo, dalla semplificazione del linguaggio. Ancora, come siamo, all’inseguimento ed anche al compimento di quell’ideale degasperiano che la sfida dei nuovi media ora rende più complesso. Una complessità che rende, ogni giorno, il vostro lavoro prezioso e insostituibile”, aggiunge Casellati.
Casellati ricorda inoltre che “compie ormai quasi un quarto di secolo il libro che, per primo, ci ha offerto un’analisi rigorosa sull’ informazione parlamentare nel nostro Paese. Il suo titolo, “Sussurri e grida dalle Camere” ricostruisce il lungo percorso della nascita dell’informazione sul nostro Parlamento. Un’informazione che abbandona molto spesso il racconto dell’attività legislativa per diventare quasi esclusivamente narrazione politica della vita dei partiti e delle loro strategie”. “Era stato Alcide De Gasperi a richiamare nel 1951, – sottolinea il presidente – nella presentazione al mensile ‘Documenti di vita italiana’, il “dovere” dello Stato di “informare i suoi cittadini sugli orientamenti della sua attività e sui dati delle sue realizzazioni. Ma poi con l’avvento della ‘società dell’informazione’, il problema principale diventerà quello di trovare un equilibrio tra due diverse esigenze: la domanda sociale di accesso alle informazioni e la necessità delle classi dirigenti di avere spazi di visibilità per affermarsi e legittimarsi”. “Da qui deriva il tema della indispensabile ‘mediazione’ giornalistica, unico strumento capace di produrre un’informazione attendibile e aggiornata, nel quadro di un principio di responsabilità istituzionale”.
“I politici hanno la facoltà di scegliere gli strumenti con cui comunicare ma quando i giornalisti sono convocati per una conferenza stampa del governo non è possibile che non abbiano la possibilità di fare domande”. E’ stato invece il monito del segretario della Stampa parlamentare, Adalberto Signore, facendo alcune considerazioni sul rapporto stampa-politica in questa fase del nostro Paese. Facendo riferimento ad alcune dichiarazioni di membri del governo, in particolare su tagli dei fondi per l’Editoria, che possono essere interpretate quasi come delle “ritorsioni” contro la stampa troppo aggressiva verso il potere , Signore ha aggiunto: “Ci sono anche le responsabilità dei giornalisti per una troppa accondiscendenza verso i loro interlocutori, ma anche responsabilità dei direttori delle testate sulle modalità con cui danno la copertura ai loro cronisti mentre svolgono il loro lavoro”.
Durante il convegno è intervenuta anche Lucia Annunziata, direttore di Huffpost Italia, che ha detto: “tutti i governi fanno pressioni sui media ma non allo stesso modo. A quello attuale voglio dire se il campo della politica si è allargato ultimamente è proprio grazie a giornalisti che non stavano zitti”.
Lucia Annunziata-@HuffPostItalia: “Tutti i governi fanno pressioni sui media ma non allo stesso modo. A quello attuale voglio dire se il campo della politica si è allargato ultimamente è proprio grazie a giornalisti che non stavano zitti” https://t.co/tGwsi5VP7I #100AnniASP pic.twitter.com/1mekaHsAbp
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Il direttore dell’Ansa Luigi Contu ha aggiunto: “tutti possiamo raccontare quello che vediamo ma metterlo per iscritto, dirlo ad altri, richiede etica e preparazione. Per questo non mi scandalizzo se ci potranno ancora essere forme di sostegno al giornalismo in nome del pluralismo”.
.@_luigicontu–@Agenzia_Ansa: “Tutti possiamo raccontare quello che vediamo ma metterlo per iscritto, dirlo ad altri, richiede etica e preparazione. Per questo non mi scandalizzo se ci potranno ancora essere forme di sostegno al giornalismo in nome del pluralismo” #100AnniASP pic.twitter.com/aQ6kkAmdus
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“L’innovazione tecnologica ha spazzato via una modalità di comunicazione e oggi il giornalismo non è più centrale”. Così il direttore del Tg La7 Enrico Mentana, che sta per lanciare il nuovo giornale online Open. “I giovani non sono entrati nelle redazioni e – meritatamente – non ci sono tra i lettori, su questo speriamo che il vento cambi”.
Enrico #Mentana–@TgLa7: “L’innovazione tecnologica ha spazzato via una modalità di comunicazione e oggi il giornalismo non è più centrale. I giovani non sono entrati nelle redazioni e – meritatamente – non ci sono tra i lettori, su questo speriamo che il vento cambi” #100AnniASP pic.twitter.com/0qh9YOxvP0
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“L’Occidente sta vivendo una rivoluzione dei valori e dei costumi”, ha osservato Maurizio Molinari, direttore de La Stampa. “Quale posto è più importante per raccontarla che il Parlamento? Da qui l’importanza della democrazia rappresentativa e la minaccia costituita da chiunque la metta in dubbio”.
.@Maumol–@LaStampa: “L’Occidente sta vivendo una rivoluzione dei valori e dei costumi. Quale posto è più importante per raccontarla che il Parlamento? Da qui l’importanza della democrazia rappresentativa e la minaccia costituita da chiunque la metta in dubbio” #100AnniASP pic.twitter.com/sYHU6JSJbv
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Secondo il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano la “libertà di stampa è sacrosanta ma noi giornalisti dobbiamo porci il tema della vulgata dominante che non ci consente di guadare oltre una verità apparente e che crea verità negate. Il partito più pericoloso è quello del politicamente corretto”
.@GenSangiuliano–@tg2rai: “Libertà di stampa sacrosanta ma noi giornalisti dobbiamo porci il tema della vulgata dominante che non ci consente di guadare oltre una verità apparente e che crea verità negate. Il partito più pericoloso è quello del politicamente corretto” #100AnniASP pic.twitter.com/8K3qMVELKA
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