Nel 2017 sono 78 i giornalisti uccisi e 326 quelli finiti dietro le sbarre. Il report di Article 19 sulla libertà di stampa
Nel 2017 sono 326 i giornalisti imprigionati e 78 quelli uccisi mentre svolgevano il proprio lavoro. Lo riferisce il report di Article 19, organizzazione nonprofit per i diritti umani con sede nel Regno Unito. Più della metà dei giornalisti imprigionati, molti dei quali come oppositori politici, si trovano in Turchia, Cina ed Egitto.
See our report on the global decline of #FreedomOfExpression & explore our metric https://t.co/qwwQbMsZ8W #XpA18 pic.twitter.com/E3juIjrjJN
— ARTICLE 19 (@article19org) 5 dicembre 2018
“Quello che sta accadendo è un fenomeno globale e molte violazioni si verificano in paesi in cui la libertà di espressione è sempre stata tutelata”, rileva Thomas Hughes, direttore esecutivo di Article 19. Secondo la Ong l’ostilità nei confronti dei media si sta, inoltre, normalizzando a livello mondiale anche a motivo dell’utilizzo di un linguaggio sempre più ostile da parte dei leader populisti, che a più riprese insultano e demonizzano la categoria dei giornalisti. Quelli ad essere più esposti agli attacchi sono i giornalisti che si trovano a dover operare in comunità piccole e marginali. Non è un caso, infatti, che il 97% di chi si trova dietro le sbarre siano giornalisti locali. Anche il web, sempre più terra di caccia per i produttori di fake news, non è incolume dagli attacchi alla libertà di espressione.
Explore our new global metric on #FreedomOfExpression. We find freedom of expression declined steeply over past 3 years – in large part due to decline of #mediafreedom #XpA18 https://t.co/qwwQbMsZ8W pic.twitter.com/H61kD88yio
— ARTICLE 19 (@article19org) 5 dicembre 2018
Quanto ai paesi dove la libertà di stampa è più garantita, secondo 5 indicatori scelti da Article 19 (la restrizione di attività civiche compreso il diritto di protesta, la censura su internet, la libertà d’espressione dei media, la sicurezza dei giornalisti e la trasparenza del governo), ai primi posti ci sono: Danimarca, Norvegia, Svizzera, Germania e Finlandia.
Oltre alla Turchia, è stata rilevata una significativa compressione della libertà di stampa anche in Yemen, Burundi, Romania, Zanzibar. In Sri Lanka, Gambia, Isole Fiji, Repubblica Centrafricana e Somalia, invece, la libertà di espressione è cresciuta negli ultimi 4 anni.
Commentando i dati di Article 19, il Guardian ricorda anche che, secondo Committee to Protect Journalists, nel 2018 il conto dei giornalisti uccisi ha già raggiunto quota 31, tra i quali il saudita Jamal Khashoggi. E negli ultimi 10 anni, secondo un’analisi Cpj Data, sono 300 i giornalisti uccisi in più di 40 stati. Nel periodo i numeri più alti di omicidi sono stati registrati in India, Messico, Brasile, Pakistan e Russia.