Cessa le pubblicazioni l’edizione cartacea del mensile Rolling Stone che rimane solo online con il sito rollingstone.it. “Rolling Stone non chiude ma si evolve per seguire dove va il mondo”, dice Luciano Bernardini de Pace, editore dal settembre 2014, convintissimo della sua scelta: “Il sito ha 2,5 milioni di utenti unici, 435mila follower su Facebook e 231mila su Instagram. Questi sono i numeri che indicano qual è la strada. Il mercato pubblicitario oggi chiede il digitale ed è un’opportunità che secondo me va presa senza esitazioni”.

La valutazione che Bernardini fa dell’esperienza di Rolling Stone come mensile cartaceo è tutt’altro che negativa: “In edicola vendeva tra le 17mila e le 20mila copie, c’erano 3mila abbonamenti, all’Alitalia davo 8mila copie da distribuire in business class e 2mila per le lounge”, precisa. “Ma poi un impreditore fa i conti e vede che ha a che fare con costi industriali crescenti a partire dalla carta, un sistema distributivo che ti costringe a stampare 50mila copie per venderne 20mila, l’edicola che perde sempre più di valore come punto vendita. E prende una decisione”.
Per il 2018 Bernardini dichiara ricavi pubblicitari di un milione di euro per la carta e altrettanto per il sito, più circa 500mila euro dagli eventi speciali. “La casa editrice stava avvicinandosi al break even, ma la domanda del mercato è precisa e devi seguirla”, ribadisce. “Ormai non importa quante copie vendi, quando vai in un centro media ti dicono chiaramente che agli investitori oggi interessa il digitale”.

Dalla redazione di Rolling Stone sono uscite solo le due figure strettamente legate alla carta, l’art director e la grafica, dice Bernardini. “Il direttore Giovanni Robertini aveva un contratto che scadeva a dicembre e non è stato rinnovato. Massimo Coppola resta consulente. Alessandro Giberti e il publisher Davide Da Rold guidano il sito, che raddoppia il suo team”.
Rinnovato lo scorso novembre, ovviamente rollingstone.it ora verrà arricchito di contenuti, soprattutto video. Della raccolta pubblicitarie continuerà a occuparsi la concessionaria di Bernardini, Magazine International. Del tutto d’accordo con la decisione di puntare tutto sul web, aggiunge Bernardini, è anche il partner internazionale: il magnate di Singapore Meng Ru Kuok, a capo del gruppo imprenditoriale BandLab Technologies, che ha in portafoglio il 49% di Wenner Media e tutte le licenze internazionali del brand. Tra cui quella russa che ha già fatto la scelta di andare solo online.