Accesso al capitale e stakeholders locali spingono il crowdfunding nel settore energetico. Lo studio EuroHeat & Power

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Per i promotori di progetti energetici due sono i fattori che motivano il ricorso al crowdfunding, secondo EuroHeat & Power: l’accesso al capitale come forma alternativa di finanziamento e la possibilità di coinvolgimento di cittadini e stakeholders locali per ampliare i potenziali investitori e incrementare la visibilità.

L’uso del crowdfunding nel settore energetico – spiega una nota stampa – dà la possibilità concreta a cittadini e stakeholder, attraverso apposite piattaforme, di partecipare, investire e beneficiare economicamente da investimenti nel settore energetico. Il cittadino-investitore ha così l’occasione di supportare progetti dedicati al mondo della sostenibilità ambientale, favorendo la transizione energetica e il disinvestimento nelle fonti fossili.

In un recente studio pubblicato da EuroHeat & Power e finanziato dal progetto europeo H2020 Tempo, vengono presentati i dati aggiornati al 2017 del crowdfunding nell’energia. Il tema era già stato affrontato in una ricerca condotta dall’Università Bocconi, che metteva in evidenza il progressivo utilizzo di tale strumento.

Volume totale finanziato

Il settore del crowdfunding nasce intorno al 2012 e lo studio identifica 29 piattaforme ad oggi operative e dedicate a investimenti energetici. Il numero dei progetti finanziati sulle piattaforme è cresciuto costantemente negli anni, fino a superare al dicembre 2017 il numero di 800 per un totale di oltre 300 milioni di euro investitiGran Bretagna, Francia, Olanda e Germania sono le nazioni più performanti sia per presenza di piattaforme sia per volume finanziato.

Percentuale dei progetti finanziati per tecnologia

Come spiega una nota stampa, il crowdfunding nell’energia offre investimenti in progetti di energia rinnovabile (solare, eolico, biomassa). Tra questi, il solare fotovoltaico è la tipologia di progetto più frequente e rappresenta il 70% del totale finanziato. Nelle nazioni in cui è più diffuso, tuttavia, il crowdfunding energetico mostra una sempre maggiore differenziazione in termini di tecnologie: stanno crescendo infatti progetti nel settore dell’efficienza energetica e della bioenergia e compaiono i primi progetti di energia da fonti marine e geotermia.

Oltre il 90% delle piattaforme attive sono di tipo finanziario (equity e lending), cioè finalizzate all’investimento e alla raccolta di capitali. Il restante delle piattaforme, invece, propongono progetti di donation o reward. Le piattaforme finanziarie attivano progetti definiti dallo studio di equity, lending o community shares. Nella ricerca si legge che i progetti di lending, dove gli investitori prestano il loro denaro in cambio di una remunerazione futura che può basarsi sulla vendita dell’energia rinnovabile, sono differenziati a seconda della tipologia di strumento di debito offerto (short and long term debt, fund).

Volume finanziato per tipologia di investimento

Il crowdfunding energetico nasce come risposta all’esigenza del coinvolgimento del cittadino nel settore energetico, proponendo inizialmente investimenti in progetti di comunità e promossi dal basso. I dati dello studio però mostrano come il settore si stia progressivamente differenziando, includendo tra i promotori di progetti non solo comunità energetiche locali ma anche soggetti più istituzionali: a dicembre 2017 più del 92% dei progetti sono stati proposti da aziende e solo il 5% da iniziative di comunità.

Lo studio infatti sottolinea come, per i promotori di progetti energetici, siano due i fattori chiave dell’uso del crowdfunding, ovvero l’accesso al capitale, che si presenta come una forma alternativa di finanziamento e la possibilità di coinvolgimento di cittadini e stakeholders locali, che permette da un lato di ampliare il bacino dei potenziali investitori e dall’altro di incrementare la visibilità dei progetti.

  • La partecipazione diretta dei cittadini come utenti-consumatori, ma anche come investitori sta diventando sempre più ricorrente nel contesto della sostenibilità ambientale. Ciò consente loro di ottenere rendimenti medi compresi tra il 4% e il 9%, investendo anche piccole somme di denaro. Lo dimostra la crescita in Europa di cooperative energetiche e di modelli partecipativi per lo sviluppo di investimenti in energia rinnovabile.

Due esempi di crowdfunding nel settore energetico in Italia sono la nuova iniziativa pilota di Edison e la piattaforma Ecomill, dedicata all’equity crowdfunding, che intende proporre progetti per investimenti nel settore energetico ed ambientale, promuovendo sostenibilità e aggregazione sociale.